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André Gorz e l’attività umana liberata

Il filosofo André Gorz si è suicidato assieme alla moglie, Dorine, gravemente ammalata.
L’intellettuale militante che ha svolto con la sua attività culturale una critica al capitalismo partendo dalle trasformazioni che ha subito il lavoro ci lascia in eredità tante idee e riflessioni sulle quali continuare a studiare e ad interrogarci per cercare di capire di più e meglio la sua idea centrale: «Occorre che il lavoro perda la sua centralità nella coscienza, nel pensiero, nell’immaginazione di tutti.»

Una sorta di visione rovesciata del mondo così come siamo abituati a conoscerlo, una rivoluzione antropologica e più che di tempo liberato, per interpretare al meglio il pensiero di Gorz, possiamo parlare di attività umana liberata. In un momento come quello che stiamo attraversando, in Italia e nel resto del mondo, in cui il lavoro e la sua precarietà sono al centro del dibattito politico il pensiero di Gorz è più che mai attuale e forse, più che correre dietro al primo pifferario magico che passa, faremmo bene a rileggere qualche pagina del grande pensatore francese e concentrarci di più sull’essenza delle cose piuttosto che fermarci alla superficie dei fenomeni.
La sua attività di studioso si è concentrata principalmente su due filoni: la riduzione dell’orario di lavoro e il tentativo di coniugare marxismo ed ambientalismo. Direttore politico di Temps Moderns, fondatore del Nouvel Observateur e amico di Jean-Paul Sarte e Simone de Beauvoir, dopo aver scritto tanti libri che parlano di lavoro e lavoratori, di marxismo e di ambientalismo, mi piace ricordarne a questo proposito uno con un titolo strepitoso edito da manifestolibri, La miseria del presente, la ricchezza del possibile, ha dedicato il suo ultimo lavoro a suo moglie Dorine.
È un libro che parla d’amore, Lettre à D. Une histoire d’amour, ed è una scelta che ci deve fare riflettere sul valore dell’amore nella nostra vita, sulla sua centralità, sulla sua potenza e sulla sua forza. Senza l’amore non siamo nulla sembra dirci André Gorz e soprattutto non siamo in grado di fare nulla per noi e per gli altri.
«Stai per compiere 82 anni, sei rimpicciolita di 6 centimetri, pesi solo 45 chili e sei sempre bella, graziosa e desiderabile. Sono 58 anni che viviamo assieme e ti amo più che mai.» E poi l’omaggio finale: «La mia opera ha una visibilità che porta un solo nome, mentre è stata quella di una coppia, frutto di un lungo dialogo.»
Sono parole belle, di una bellezza pura, sono parole d’amore.

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