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La promessa americana, Barack Obama

In altri tempi e soprattutto con personaggi diversi, un libro con i discorsi per la presidenza di un candidato alla Casa Bianca, eserciterebbe poca attrazione su noi europei. Ma il tempo che abitiamo non è un tempo qualunque e soprattutto non è un personaggio qualunque Barack Obama.
I quattordici discorsi che qui vengono proposti, a partire dal primo del febbraio del 2007 pronunciato a Springfield, Illinois, con il quale annuncia la sua candidatura per finire al discorso di Denver, Colorado, dell’agosto del 2008 in cui accetta la candidatura, ci restituiscono la statura di un uomo che ci appare come un gigante tra tanti nani.

La promessa americana di cui parla Obama è una nuova visione della democrazia e il suo sguardo è capace di guardare lontano e di volare alto.
Già dal suo primo discorso Obama mostra di avere le idee chiare e dimostra di conoscere i problemi che devono affrontare gli americani. Quei problemi sono noti a tutti e lui li denuncia senza reticenza alcuna.
«Tutti noi sappiamo quali siano oggi queste sfide: una guerra senza fine, una dipendenza dal petrolio che minaccia il nostro futuro, scuole dove troppi bambini non imparano, e famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese pur lavorando al massimo. Conosciamo le sfide. Le sentiamo ripetere. Ne parliamo da anni.»
Così come non si tira indietro quando si tratta di attaccare gli otto anni di George W. Bush e la sua politica: «America noi siamo meglio di questi ultimi otto anni. Siamo una nazione migliore di così.»
Barack Obama ha conquistato in poco, pochissimo tempo, la testa di milioni di americani e lo ha fatto parlando dritto al loro cuore, restituendo alla politica una missione nobile: migliorare la condizione materiale e morale della gente.
«Noi misuriamo il progresso in base a quante persone riescono a trovare lavoro con cui poter pagare il mutuo; in base a quanto ognuno riesce a mettere da parte alla fine di ogni mese, così che un giorno vedrà il figlio prendere una laurea.»
La ricetta che propone Obama è semplice, investire sul bene più prezioso che abbiamo, i giovani. E per investire su di loro c’è bisogno d’investire sulla loro istruzione e quindi sulla scuola. Un piano di reclutamento di nuovi insegnanti, pagati bene e ai quali chiedere un livello di affidabilità maggiore.
Ma è nella capacità visionaria e di far sognare che Obama non ha trovato avversari nella sua campagna elettorale.
«Il nostro paese ha più ricchezze di qualunque altra nazione, ma non è questo che ci  rende ricchi. Abbiamo l’apparato militare più potente della terra, ma non è questo che ci rende forti. Le nostre università e la nostra cultura fanno invidia al mondo, ma non è questo che continua a spingere il mondo alle nostre porte.
È invece il nostro spirito americano – quella promessa americana – che ci sprona in avanti anche quando la strada è incerta; che ci tiene uniti malgrado le differenze; che ci porta a fissare lo sguardo non verso ciò che si vede, ma verso ciò che non si vede, verso quel posto migliore che sta dietro l’angolo.»
Diciamoci la verità, a chi non piacerebbe avere un leader in grado di pensare e di pronunciare parole e concetti simili?
God save the U.S.A.

Titolo La promessa americana. Discorsi per la presidenza
Autore Barack Obama
Editore Donzelli
Anno 2008

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