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Malabruzzo, Piero Giampietro

«La cena a base di capretto. Le pantofole da baciare al notabile. Un paesello ai piedi della montagna dove si gioca a scopetta nel bar della piazza. Remo Gaspari conteso da giornali e Tv. E un socialista accusato di aver intascato mazzette. La mattina del 14 luglio 2008 l’Abruzzo si risveglia in uno scenario da commedia che pensava di essersi lasciato alle spalle.» È questo l’incipit del libro di Piero Giampietro, Malabruzzo, come la Casta della Sanità ha portato una Regione alla Banca Rotta, edito da Castelvecchi e in libreria da pochi giorni, che riassume in 125 pagine la genesi, lo sviluppo e l’epilogo della Sanitopoli abruzzese. Un’instant book potremmo definire questo lavoro di Giampietro. Un libro che ha il pregio di usare parole semplici e di mettere in rigoroso ordine cronologico avvenimenti che letti in questa nuova ottica restituiscono un quadro più compiuto di ciò che ha attraversato l’Abruzzo nel campo della Sanità. Giampietro aggiunge inoltre alcuni elementi di riflessione che non si desumono sfogliando semplicemente le cronache di questi ultimi anni come ad esempio la lotta fratricida e senza esclusione di colpi per le preferenze che ha segnato il passaggio di testimone all’interno del mondo ex-dc e che aiutano il lettore a capire meglio il contesto in cui è stato possibile far nascere e crescere questo scandalo infinito.
«Ventuno ospedali pubblici, un debito di 2,4 miliardi di euro, un mostro che divora l’ottanta per cento del bilancio della regione inghiottendo le risorse per lo sviluppo, l’innovazione, l’occupazione», questa è la sanità in Abruzzo e ancora, «Ventritrè chilometri separano Casoli da Atessa, gli stessi che dividono Vasto da Gissi. Fra Ortona e Lanciano i chilometri scendono a ventidue. Ma in ognuno di questi centri della provincia di Chieti la regione, nel boom della spesa pubblica targata Dc, decide che deve esistere un ospedale. Lo fa anche nella Marsica, dove nel giro di trentasei minuti d’auto, come certifica Google Maps, si può scegliere fra i presidi di Ttagliacozzo, Avezzano e Pescina.»
In un contesto di questo tipo è difficile far quadrare i conti e mentre il disavanzo aumenta la politica non è capace di porre un freno alla dispersione di tante risorse.
«Fra il 1995 e il 2000, gli anni del regno di Del Colle, l’Abruzzo accumula 173,35 milioni di euro di rosso. Il disavanzo annuale per il solo 2001, primo anno della seconda era Salini, è di 193 milioni. Nel 2002 il rosso annuo è + di 167,17 milioni, nel 2003 torna a salire e sfonda il tetto psicologico dei 250 milioni, per scendere di nuovo nel 2004, a 225 milioni. Il record arriva nel 2005, proprio quando Giovanni Pace torna a casa e arriva Ottaviano Del Turco: il disavanzo annuale si ferma per un soffio sotto i 470 milioni di euro.»
La lettura degli accadimenti evidenzia una certa continuità di comportamenti tra Giunte democristiane prima, di centro destra poi e di centrosinistra oggi che sembrano trovare un’estrema sintesi nella vicenda della seconda cartolarizzazione.
«Il ciclone passa anche attraverso un viaggio a Londra nell’autunno del 2005 nella sede della banca internazionale d’affari Merrill Lynch, incaricata di gestire la partita dei debiti sanitari. Nella sede al numero 2 di King Edward Street entrano Del Turco e Masciarelli, uno di fianco all’altro. È il tempo della seconda cartolizzazione, che del Turco affida agli stessi uomini di fiducia del centrodestra, rimasti saldamente al timone della Fira.»
Una situazione grave e complessa che ha proiettato l’Abruzzo sui media di tutto il mondo e che il professor Glauco Torlontano, nella bella intervista che conclude il libro, sintetizza così: «Il problema è da sempre l’ingerenza della politica: con l’avvento degli enti ospedalieri, che subentrarono alle opere pie nella gestione degli ospedali, le seconde file della politica hanno messo le mani nella Sanità e da lì non le hanno più tolte, facendo fra l’altro emergere una classe politica meno preparata e autorevole.»
«Gran parte di ciò che è complicato non è sexy» ha detto David Foster Wallace sarà per questo motivo che la scrittura di Piero Giampietro non è complicata. Una scrittura che cerca e trova proprio nella chiarezza e nella semplicità di esposizione la sua chiave di seduzione.

Titolo Malabruzzo. Come la casta della sanità ha portato una regione alla banca rotta
Autore Piero Giampietro
Editore Castelvecchi
Anno 2008

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