«La politica è bella», sono le parole che il papà del protagonista pronuncia poco prima di morire. E questo è il messaggio di speranza che l’ultimo film di Giuseppe Tornatore ci regala.
Baarìa è un film. Un grande film. Baarìa è cinema.
Lontano dalle scelte minimaliste della cinematografia contemporanea, Tornatore ricostruisce un mondo che non c’è più. Uomini e donne che non ci sono più. La vera magia che si compie è che questa ricostruzione, del mondo e delle relazioni umane che quel mondo conteneva, ha la capacità di raccontare e raccontando, emoziona.
Tornatore torna ai fondamentali del cinema, a quelle scelte che hanno fatto grande il cinema. Baarìa è per questo motivo, soprattutto nel primo tempo e prima dell’avvento degli anni sessanta, un film epico. Un film che racconta attraverso una storia individuale una storia collettiva. La storia di un popolo. E raccontando la storia di un popolo, custodisce e trasferisce la memoria di quella storia e di quel popolo. È capace, in ultima analisi, di mettere davanti ai nostri occhi, di farci riflettere, toccare e respirare la nostra l’identità.
In un momento in cui tutti sono alla ricerca d’identità, molti s’interrogano sul senso stesso dell’identità, altri addirittura la re-inventano, basta ripensare alla pagliacciata annuale di Bossi e della Lega che riempie ampolle alle sorgenti del Po, Giuseppe Tornatore sembra invece aver trovato il filo che sbroglia la matassa. Lui racconta e raccontando accumula. Accumula storie e sentimenti. Storie e sentimenti che insieme “costruiscono” la Storia.
Baarìa è anche la musica di Ennio Morricone. Un Morricone che entra con i tempi giusti e accompagna, sa accompagnare il narrare. Lo asseconda, a volte lo precede. Sempre l’incontra.
Il cinema, il grande cinema, ha sempre raccontato il passato e il futuro. È stato memoria o ha anticipato. Il cinema può essere anche speranza e quel «La politica è bella» proferito in punto di morte è la più bella speranza che Tornatore potesse regalarci. Una speranza quanto mai necessaria oggi e che, ripensando ai miei ultimi vent’anni, mi fa tornare il sorriso.
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