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Genio e sregolatezza

Gestire il proprio talento non è mai facile. Più facile gestire quello degli altri.
Nessuno sa da dove provenga il talento, è come il coraggio di Don Abbondio. Ognuno di noi nasce con il talento e il talento si manifesta nelle maniere più disparate.
Può capitare ai bambini bravi a scuola che devono imparare la disciplina dello studio per sfruttare al meglio le loro attitudini. Può capitare nel campo delle arti. Capita anche nel mondo dello sport.Antonio Cassano è uno dei pochi fortunati al mondo a possedere un talento puro e per lui imparare a convivere con queste doti naturali è stato difficile, un percorso lungo e duro.
Dai vicoli di Bari Vecchia alle ville di Roma il salto è stato troppo brusco. Il talento puro gli ha permesso di esprimersi nei primi anni in serie A ad un buon livello, poi è iniziata un’altra vita. Abbandonato da chi avrebbe dovuto e potuto stargli vicino, umanamente e calcisticamente, leggasi Francesco Totti, il campione pugliese si perde nei meandri di una vita fatta di abusi.
La risalita è stata lunga e difficile, fatta di ostacoli e di preconcetti. Quel lungo percorso di espiazione oggi sembra finito. È finito.
Guardarlo giocare da gioia. Quello è il calcio che tutti sogniamo di vedere, sempre.
La Sampdoria è stata coraggiosa a prenderlo dal Real Madrid. Era un giocatore che sembrava sul viale del tramonto.
Genio e sregolatezza appunto. A Genova, sponda blucerchiata, erano abituati agli svolazzi di Roberto Mancini e perciò hanno impiegato poco a capire la grandezza di Antonio e lui sta ripagando tutti con un calcio concreto e nello stesso tempo spettacolare. Un calcio utile. Un calcio capace di ottenere risultati. Il campione è ritrovato per la gioia di tutti gli appassionati di calcio tranne che per il commissario tecnico della nazionale italiana di calcio: Marcello Lippi.
Non riconoscere le capacità di Cassano e per questo non convocarlo in Nazionale è un’offesa all’intelligenza. Lippi non può non vedere ciò che è sotto gli occhi di tutti. Se questo non accade e perché è in malafede e di un commissario tecnico della nazionale in malafede l’Italia non ha bisogno.
Da George Best a Cristiano Ronaldo passando per il migliore di tutti i tempi Diego Armando Maradona, il calcio abbonda di geni tutti più o meno sregolati. Sono quei calciatori che quando sentono l’odore dell’erba si trasformano e sono capaci di trasformare, da soli, buone squadre, in grandi squadre. Sono questi geni che hanno fatto grande il gioco del calcio. Sono questi geni che ispirano la fantasia di tanti bambini che in ogni angolo del mondo inseguono un pallone e ne imitano le giocate. Senza di loro il calcio non ci sarebbe. Sono il calcio. Antonio Cassano fa parte di questa piccola schiera di uomini che scrivono la storia del calcio. Di loro ci ricorderemo a lungo. Di Lippi anche, ma per altre cose.
Vi segnalo infine un bellissimo articolo di Mario Sconcerti, No a Cassano, ora Lippi deve dire perché.

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