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Fabrizio De André, la bellezza e l’amore_01

In occasione dell’inaugurazione della mostra che Genova ha dedicato a Fabrizio De André un giornalista a chiesto a Dori Ghezzi che cosa avrebbe scritto oggi Faber se fosse stato vivo, quali temi avrebbe affrontato. Dori Ghezzi dopo aver pensato per un po’ ha risposto così: conoscendo Fabrizio penso che avrebbe scritto canzoni d’amore.

Io non ho conosciuto Fabrizio De Andrè ma, cercando di rispondere anch’io alla stessa domanda, sono giunto alla stessa conclusione.
Nel tempo che abitiamo, pieno di tante cose inutili e perciò superflue, di frastuono e di indecenze quello di cui abbiamo bisogno è la bellezza. La bellezza per circondarci di cose utili. La bellezza per ascoltare il silenzio. La bellezza per recuperare decenza.
E quale messaggio migliore dell’amore per veicolare bellezza?
E allora per staccarmi dalle volgarità di questi giorni ho provato a cercare nelle parole di Fabrizio De André e nella sua musica frammenti di bellezza per ascoltare, in pace, il silenzio.

«Ho sempre pensato che la musica debba avere un contenuto, un significato catartico: tutti gli sciamani, gli stregoni di tutti i popoli, che ben conosciamo, usavano il canto come medicina. Credo che la musica debba essere balsamo, riposo, rilassamento, liberazione, catarsi. Più semplicemente la musica, il canto, sono espressione dei propri sentimenti, della propria gioia, del proprio dolore. A volte addirittura un tentativo di autoanalisi e, analizzando te stesso, offri un via agli altri per analizzare se stessi.»
Fabrizio De André

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