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[L’ultimo degli zemaniani]_La ricreazione è finita

Tra pochi giorni riapriranno le scuole, il segnale inequivocabile che la ricreazione è finita. È già finita invece per il Pescara dopo la rotonda sconfitta che la squadra adriatica ha subito contro il Toro: tre a zero il risultato sul campo com’è usanza oggi dire a Torino. Una sconfitta che poteva essere molto più pesante se a difendere la porta dei biancazzurri non ci fosse stato Mattia Perin, l’unica nota positiva, fino a oggi, di questa nuova squadra.

Tre a zero e zero tiri in porta da parte dei biancazzurri. Una partita dunque da archiviare al più presto ma da non dimenticare, perché dopo la sconfitta per 3-0 contro l’Inter, la seconda battuta d’arresto deve indurre tutti a una riflessione non di facciata tantomeno superficiale. «Dimenticare Zeman» era stato il mantra ripetuto fin dalla prima conferenza stampa dal nuovo allenatore. Un’affermazione legittima alla quale però dopo quasi due mesi di lavoro, una partita di Coppa Italia e due di campionato, devono seguire i fatti. E i fatti nel calcio non sono solo i risultati, non sempre almeno. Infatti quello che lascia più perplessi della squadra vista in campo in queste prime tre partite ufficiali è la mancanza di una precisa identità di gioco. Ci sono molte attenuanti è vero, la prima e forse più importante è che i nuovi acquisti sono arrivati in tempi diversi, ma oggi non si può più tergiversare perché le prossime partite rischiano di diventare già decisive. Sampdoria e a seguire Bologna, Palermo, Cagliari sono sfide nelle quali la squadra non può essere quella vista in queste prime due uscite stagionali.
C’è la necessità di trovare l’anima di questa squadra e certo non aiuta avere a disposizione una rosa con 31 calciatori, sono troppi. Stroppa deve fare le sue scelte, le deve fare in fretta, e lavorare con 23/24 calciatori, due per ogni ruolo.
La sosta del campionato per le partite della nazionale italiana contro Bulgaria e Malta, giunge perciò opportuna per il Pescara, quindici giorni per «resettare tutto». Rifletta in questi giorni Stroppa e se non riesce “a vedere” la squadra che ha in mente ritorni sui suoi passi come fece lo scorso anno Antonio Conte quando, abbandonando la sua idea iniziale di gioco, il 4-2-4, cambiò modulo più volte durante tutto l’arco della stagione per poi vincere il campionato. Per queste ragioni la partita contro la Sampdoria può essere lo spartiacque del campionato del Pescara. Non più di tre mesi fa il Pescara conquistò a Marassi, proprio contro la squadra doriana, la matematica promozione in serie A, con una partita, praticamente, perfetta. Stroppa ha a disposizione nel suo organico sette/undicesimi di quella squadra. Mancano i tre calciatori più rappresentavi, Verratti, Immobile e soprattutto Lorenzo Insigne, ma certo ha un Perin in più. Quintero, Vukusic e Weiss possono essere gli uomini giusti per rimpiazzare i tre gioielli dello scorso anno. Se non “trova” la squadra che ha in mente riparta da lì, perché mettersi in discussione e rivedere le proprie idee è sempre sintomo di grande intelligenza e maturità. «Il presente si costruisce sul passato così come il passato si è costruito sui tempi che lo hanno preceduto» scriveva Adolf Loos all’inizio del Novecento, il secolo in cui tutto è cambiato.

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