La prima edizione del “Premio Ad’A”, architettura d’Abruzzo, è un riconoscimento alle opere realizzate in Abruzzo nel primo decennio del nuovo millennio. Centocinquanta architetture, costruite tra il 2000 e il 2010, si sono contese i riconoscimenti assegnati dalla giuria composta da Marco Mulazzani, Mauro Galantino e Vincenzo Latina, che ha premiato cinque lavori. Salvatore Colletti e Michela Giammarini per un “edificio bifamiliare” a Pescara, Ettore De Lellis per un “edificio rurale” a Spoltore; Lùcio Rosato per “Casa che guarda il mare” a Ortona, Giovanni Vaccarini per “edificio polifunzionale ex Arena Braga” a Giulianova e Marco Volpe per “Auditorium Luigi Sciarretta a Montesilvano.
Il “Premio Ad’A” ha fatto il suo esordio al secondo “Salone della Ricostruzione” che si è svolto a L’Aquila nel maggio scorso e si accinge a riprendere il suo “road show” a partire dal mese di dicembre. Gli eventi previsti per questo secondo appuntamento che si terrà al “Matta” (ex mattatoio) di Pescara, sono la mostra che accompagna il premio e una “lectio magistralis” di Vincenzo Latina, neo vincitore del prestigioso premio Medaglia d’Oro all’Architettura 2012. L’architetto siciliano, quarantenne, si è aggiudicato il premio, promosso dalla Triennale di Milano, con il progetto del Padiglione di accesso agli scavi dell’Artemision di Siracusa ultimato nel corso del 2011. La mostra farà poi tappa nei mesi di gennaio e febbraio a Chieti e a Teramo per fare ritorno a Pescara nel mese di marzo con una grande festa dell’architettura.
Il Premio è una ricognizione sull’architettura che c’è, quella realizzata e che ha modificato le città e i territori che abitiamo. Un regesto delle migliori opere realizzate nel corso degli ultimi dieci anni, un punto di partenza per acquisire maggior consapevolezza sul valore dell’architettura e delle singole architetture. L’architettura è il biglietto da visita di una società, quasi ne definisce le caratteristiche, certamente la svela. «Parlando di architettura non intendo riferirmi solo all’immagine visibile della città e all’insieme delle sue architetture; ma piuttosto all’architettura come costruzione. Mi riferisco alla costruzione della città nel tempo […] Noi possiamo studiare la città da molti punti di vista: ma essa emerge in modo autonomo quando la consideriamo come dato ultimo, come costruzione, come architettura. In altri termini, quando analizziamo i fatti urbani per quello che sono, come costruzione di un’elaborazione complessa». Sono le parole che Aldo Rossi utilizza nell’introduzione a “L’architettura della città”, un libro sul quale si sono formate intere generazioni di architetti, in cui l’autore riconosce alla singola architettura essere “l’archè” di tutti gli accadimenti e le mutazioni che avvengono e si susseguono nella città. Attraverso l’architettura dunque, e la qualità che questa è in grado di veicolare la società accresce il proprio livello di consapevolezza, ed è perciò in grado di valutare meglio anche il valore intrinseco della bellezza. In questo senso il “Premio Ad’A” è uno strumento che può accompagnare la discussione sul tema della bellezza dei luoghi che abitiamo e aiuta, attraverso la proposizione della “meglio architettura” d’Abruzzo, a definirne il concetto stesso. Uno stimolo dunque, un punto di partenza per aggiungere consapevolezza a consapevolezza.
La giuria del Premio oltre ai cinque progetti premiati ne ha individuati altri diciannove come opere meritorie di segnalazione che si aggiungono ai quattro premi individuati e assegnati dagli Ordini provinciali degli architetti e al premio assegnato dall’Agenzia per l’Architettura d’Abruzzo, Giovane Architetto che ha visto prevalere l’opera “Casa Scotto di Palombo” a Santo Stefano di Sessanio, dello studio Iaq_architettura.
Il “Premio Ad’A” è organizzato dall’Agenzia per l’Architettura d’Abruzzo e da Carsa, the thinking company, che ha editato anche il catalogo della mostra.
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