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Insigne, Immobile e Verratti… è l’ora dei bambini di Zeman

La grande bellezza_I ragazzi di Zeman

Questo articolo è pubblicato anche sui quotidiani on line del Gruppo L’Espresso la Repubblica

Così è cominciata (a Pescara) una grande storia azzurra. Il racconto di questa meravigliosa avventura

Lorenzo Insigne, Ciro Immobile e Marco Verratti, i bambini di Zdenek Zeman, hanno origini e storie diverse e un destino comune che ha preso forma quando hanno incontrato sulla loro strada il maestro di Praga.
Tutto ciò accadde due anni fa, a Pescara, nel campionato di serie B che avrebbe riportato la squadra adriatica in serie A dopo venti anni. Lorenzo Insigne ha da poco compiuto 20 anni, Ciro Immobile di anni ne ha 21 mentre Marco Verratti ne compirà 19 il 5 novembre di quello stesso anno.

La loro storia sportiva e umana cambia il 21 giugno del 2011 quando Zeman incontra i dirigenti del Pescara a Roma. È il primo confronto tra le parti che si rivelerà essere anche quello decisivo. Dopo la cena che si svolge in un ristorante di via Veneto, la compagnia si scioglie e restano a parlare, fino alle due di notte, l’allenatore boemo e Daniele Delli Carri, il direttore sportivo dei biancazzurri. L’accordo economico sul contratto da siglare si trova in pochi minuti per il resto del tempo si parla di calciatori. La prima richiesta di Zeman è perentoria: Lorenzo Insigne.
Il ragazzo, di proprietà del Napoli, è stato con Zeman a Foggia in Lega Pro l’anno precedente, dove ha realizzato 19 gol e molti altri ne ha fatti segnare al suo compagno di reparto, il sardo Marco Sau. Proprio in quelle ore Insigne è sulla strada che porta a Crotone dove dovrebbe disputare il suo primo campionato di serie B, ma la telefonata del maestro blocca il trasferimento. Lo scugnizzo di Frattamaggiore inverte la rotta e punta dritto sul capoluogo adriatico.
Ciro Immobile in quelle stesse ore sta invece preparando le valigie per gli Stati Uniti d’America, dove disputerà il precampionato con la sua squadra, la Juventus del neo allenatore Antonio Conte. La tournée non sarà positiva per il giovane di Torre Annunziata che è bocciato dall’allenatore salentino e spedito in prestito al Pescara. Non sembra un calciatore adatto al 4-3-3 di Zeman, almeno così sostengono in molti. Certo non è stata una richiesta dell’allenatore boemo.
Il più piccolo dei tre, Marco Verratti è invece un calciatore di proprietà del Pescara. Ha fatto tutta la trafila nelle giovanili e ha debuttato in prima squadra a sedici anni non ancora compiuti. I tifosi, soprattutto i più giovani, stravedono per lui, ma non ha ancora dimostrato nulla, anche perché nelle ultime stagioni è stato spesso vittima d’infortuni.
Al pronti via non sono dunque tutti e tre sullo stesso piano sia per ragioni tattiche sia nella considerazione dell’allenatore. In pole position c’è Lorenzo Insigne perché ha giocato con Zeman a Foggia, ma soprattutto ha già fatto la preparazione fisica con il tecnico di Praga. E il piccolo attaccante di proprietà del Napoli non tradisce le attese e la fiducia dell’allenatore perché si carica, fin dal primo allenamento, sulle sue giovani spalle la squadra. È l’interprete ideale del gioco offensivo di Zeman, veloce e capace di saltare sistematicamente l’avversario per creare superiorità numerica, segnerà diciotto gol alla fine del campionato senza tirare neanche un calcio di rigore. Gioca in modo semplice, soprattutto ha la capacità di “vedere” qualche frazione di secondo prima degli avversari lo svolgimento dell’azione. Sarà, in quella straordinaria e storica stagione per i colori biancazzurri, il primo violino di un’orchestra che interpretava a memoria lo spartito del 4-3-3.
Ciro Immobile invece non figurava tra i titolari ai nastri di partenza del campionato. La maglia da titolare era appannaggio di Pippo Maniero. La leggenda vuole che prima della partita di Verona, Zeman non gradisca l’abbigliamento di Maniero e che l’atteggiamento dell’attaccante sia punito con la promozione a titolare del suo compagno di squadra.
Immobile non si lascia scappare quella ghiotta occasione e in quella partita segna la prima delle ventotto reti che gli consentiranno di aggiudicarsi il titolo di capocannoniere della cadetteria.
In alcune movenze e per la potenza che esprime unitamente a una capacità acrobatica fuori dal comune, ricorda Bonimba, nome coniato dall’indimenticabile e indimenticato Gioannin Brera per Roberto Boninsegna. Ciro Immobile è però un Boninsegna più mobile che contribuisce di più al gioco della squadra. Non si ferma mai, combatte su ogni pallone, ma soprattutto segna con continuità.
Marco Verratti è dei tre quello che impiega più tempo per entrare nel meccanismo perfetto della macchina zemaniana. Per quasi tutto il girone di andata di quel campionato, complice anche qualche piccolo infortunio, non gioca con continuità, ma si allena con intensità e spirito di abnegazione. Zeman apprezza e si dimostra sempre attento ai suoi continui e costanti miglioranti.
Durante le partite di allenamento ferma spesso il gioco per spiegare i movimenti giusti da fare al piccolo campione di Manoppello e quando il ragazzino raggiunge una buona condizione fisica, il tecnico gli affida le chiavi del gioco della sua squadra. Ha ormai trasformato quello che era un trequartista in un play che gioca davanti alla difesa, il perno del suo 4-3-3. E gli affida il ruolo che fu di Di Biagio nella prima zemanlandia foggiana.
La trasformazione dei giovani talenti è ormai giunta a compimento. Le promesse d’inizio campionato si sono trasformate in stelle di prima grandezza in grado di brillare di luce propria. La consacrazione definitiva avviene nella partita più importante dell’anno: Pescara-Torino. È il 12 maggio del 2012, terzultima partita di campionato, il Toro è primo in classifica, il Pescara è secondo. I biancazzurri sbloccano, a proprio favore, il risultato al 10° del primo tempo. L’azione è da manuale. Marco Verratti, il piccolo Rivera, con un assist millimetrico che attraversa tutto il campo di gioco serve Lorenzo, il primo violino, Insigne. Con un movimento del corpo Insigne lascia sul posto il suo diretto marcatore e il portiere avversario e deposita in rete la palla dell’1-0. I ventimila dello stadio Adriatico di Pescara impazziscono di gioia. Non è finita, perché arriva anche la rete del 2-0 siglata dal capocannoniere del campionato: Ciro Immobile, “il ciuffo biondo che fa impazzire il mondo”, così come recita uno striscione che campeggia allo stadio in occasione di tutte le partite casalinghe. Insigne, Verratti e Immobile sono i protagonisti assoluti di una vittoria che consegna il primato alla loro squadra.
Sono passati esattamente due anni da quella data e oggi i #bambinidiZeman corrono sui campi di calcio brasiliani. Non hanno più la maglia biancazzurra del Pescara, ma quella azzurra della nazionale italiana. Il campionato non è quello di serie B, ma è il campionato mondiale di calcio, a detta di tutti il campionato dei campionati.
In un Paese per vecchi qual è l’Italia, la storia di questi tre ragazzi che a vent’anni raggiungono il livello più alto possibile nella loro professione è insieme un messaggio di speranza e di certezza.
La certezza che quando al talento naturale si abbina la volontà di migliorarsi e la serietà dei comportamenti, tutto è possibile. Per queste ragioni i #bambinidizeman hanno già vinto il loro, personale, mondiale, così come lo ha già vinto Zdenek Zeman.
Adesso non resta che un piccolo sforzo da compiere: giocare, con la stessa leggerezza e determinazione di sempre, vincere la Coppa del Mondo e riportarla in Italia.

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