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La sconfitta dell’Italia contro Costa Rica è figlia delle scelte sbagliate di Cesare Prandelli. Scelte che riguardano il modulo di gioco e degli uomini che ha mandato in campo, alcuni dei quali anche fuori ruolo. Surclassato tatticamente da Jorge Luis Pinto, allenatore della Costa Rica che nella sua terra chiamano il professore, Prandelli ha dimostrato con i fatti di non essere affidabile, ovvero che non bisogna dare credito alle sue dichiarazioni post gara.
La sconfitta dell’Italia contro Costa Rica per queste ragioni matura e prende forma subito dopo l’amichevole che gli azzurri hanno disputano contro il Fluminense. In quell’occasione Prandelli schiera la squadra con un 4-3-3 molto spregiudicato che vede contemporaneamente in campo Cerci, Immobile e Insigne. Ovvero il miglior esterno del campionato, Alessio Cerci arrivato in nazionale dopo la strepitosa stagione disputata con il Torino, Ciro Immobile, l’attaccante che ha segnato 22 gol con la maglia granata del Toro che è bene ricordare ha terminato il torneo a -45 dalla Juventus campione d’Italia, e da Lorenzo Insigne, che ha disputato un finale di stagione travolgente vincendo la Coppa Italia con il Napoli. La partita terminò 5-3 per gli azzurri, i gol furono realizzati da Ciro Immobile, autore di una tripletta, e da Lorenzo Insigne, due gol anche per lo scugnizzo di Frattamaggiore. La partita precedente, quella disputata contro il Lussemburgo, terminò 1-1 e Prandelli in quell’occasione schierò una squadra con lo stesso modulo con il quale ha affrontato Inghilterra e Costa Rica al mondiale. Quattro difensori più un centrocampista davanti alla difesa come difensore aggiunto, altri quattro centrocampisti e un solo attaccante.
Dopo queste due amichevoli, nelle dichiarazioni post gara, il commissario tecnico della nazionale italiana sostenne che la grande qualità dell’Italia era data dalla duttilità tattica della squadra, capace di modificare l’assetto tattico anche a gara in corsa.
Ebbene se le amichevole hanno un senso, ovvero se provare schemi e uomini serve per trarre indicazioni utili, Prandelli non ha imparato nulla dal precampionato della sua squadra.
Nelle prime due partite di questo mondiale, brutte e giocate male entrambe, il tecnico di Orzinuovi si è ostinato a giocare con un modulo che punta soprattutto a difendere il risultato di partenza. Un solo attaccante in campo, Balotelli che è anche il più scarso dei due presenti in rosa, e un centrocampo alla camomilla che vede in Thiago Motta e De Rossi due calciatori inadeguati per l’occasione. E se contro l’Inghilterra, una delle peggiori squadre viste al mondiale, l’Italia è riuscita comunque a vincere contro la Costa Rica sono emerse tutte le contraddizioni delle scelte del tecnico italiano. La Costa Rica ha giocato uno splendido calcio. Squadra corta con una difesa molto alta che sistematicamente ha messo in fuorigioco gli statici calciatori italiani. Pressing e raddoppio di marcature a tutto campo hanno fatto la differenza. L’Italia ha subito una vera e propria lezione tattica che non ha riscontri nella storia del calcio di casa nostra.
La qualificazione in ogni caso non è del tutto pregiudicata, perché contro l’Uruguay l’Italia potrà contare su due risultati su tre. Perché accada ciò Prandelli deve cambiare molto. L’assetto tattico e gli interpreti da mandare in campo. Fuori Abate, Thiago Motta, Balotelli e Marchisio se deve giocare fuori ruolo e dentro De Sciglio, Verratti, Immobile e Insigne, ovvero la meglio gioventù del calcio italiano.
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