Mine Vaganti, di Ferzan Ozpetek
Oscar. La scena finale di Mine Vaganti determina il giudizio complessivo sul film. La musica e il gran ballo sono, come spesso succede nei film, elementi catartici e valgono da soli il prezzo del biglietto. Lo stesso finale però non risponde alla domanda che lo spettatore si pone fin dalla prima scena. È questo un errore di scrittura da attribuire tutto a Ivan Cotroneo e Ferzan Ozpetek, così come totalmente gratuita e ininfluente è la scena in cui Riccardo Scamarcio balla, da solo, davanti allo specchio di casa.
Enzo. L’omosessualità sta al patriarcato meridionale come il sale a una ferita sanguinante. Un padre pugliese ha dichiarato: «È meglio avere una figlia zoccola che un figlio ricchione». Ozpetek non riesce a fare antropologia compiuta. Affida l’inaccettazione della diversità ad un padre retrivo e talmente congestionato da avere l’infarto. Fantastichini è dunque una caricatura. Scamarcio e Preziosi due icone ambivalenti che non estinguono la rispettiva mascolinità nella sfida interpretativa dei diversi.
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