le mie recensioni


Visit Us On FacebookVisit Us On InstagramVisit Us On LinkedinVisit Us On YoutubeVisit Us On PinterestCheck Our Feed

Ci vediamo in agosto, Gabriel García Márquez

La forza evocativa delle parole di Márquez conduce direttamente sul luogo dove si svolgono i fatti. Una scrittura ricca. Il racconto si sviluppa e cerca spazio tra le descrizioni che sono minuziose, raffinate, uniche. E dunque, tra una descrizione l’altra, si appalesano prendono corpo e vita, Ana Magdalena Bach, sua madre, l’isola sulla quale è sepolta, i gladioli, i suoi, occasionali, amanti.

Gabriel García Márquez possiede una grande qualità, tra le altre, vedere attraverso le parole. Un’attitudine che informa tutti i suoi libri precedenti unita alla capacità di catturare e fissare su carta, in modo esemplare, tutto ciò che i suoi occhi vedono. Nella sua lirica sono i luoghi e le atmosfere che creano e determinano i personaggi. È la scena fissa il principio da cui tutto muove. La reiterazione il porto sicuro dell’attracco e della ripartenza verso luoghi e atmosfere nuove, eppure sempre uguali.

«Il piano iniziò il Chiaro di luna di Debussy in un azzardato arrangiamento per bolero, e la ragazza mulatta lo cantò con amore. Commossa, Ana Magdalena Bach ordinò un gin con ghiaccio e soda, l’unico alcolico che sopportava bene. Il mondo cambiò fin dal primo sorso. Si sentì maliziosa, allegra, capace di tutto, e imbellita dalla mescolanza sacra della musica con il gin […] Al secondo bicchiere lei sentì che il brandy aveva incontrato il gin in qualche parte del suo cuore, e dovette concentrarsi per non perdere la testa. La musica finì alle undici e l’orchestra aspettava soltanto che loro se ne andassero per chiudere».

La traduzione di Ci vediamo in agosto è di Bruno Arpaia


Gabriel García Márquez, Ci vediamo in agosto, Mondadori, Milano 2024

Condividi
  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • MySpace
  • RSS

Leave a Reply