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che sia un anno ricco di bellezza

L’anno appena trascorso è stato un annus terribilis.
Lo è stato da tanti punti di vista. Lo è stato per il mondo, per l’Italia e anche per l’Abruzzo.
La crisi finanziaria americana, la più grave dal ’29 ad oggi, sta cambiando il mondo perché sta cambiando gli equilibri geopolitici della Terra.
La guerra in Israele non accenna a finire e con l’attacco israeliano a Gaza degli ultimi giorni del 2008, il conflitto sembra essere entrato in un tunnel in cui  entra sempre meno luce.

In primavera la rivolta buddista in Tibet ci ha mostrato monaci che sfilavano scalzi e senz’armi che affrontavano la repressione cinese a  mani nude.
In Italia Al Tappone, uno dei tanti nomignoli che Marco Travaglio ha coniato per Silvio Berlusconi, ri-vince le elezioni politiche e la sinistra non elegge nessun deputato o senatore. Viene semplicemente cancellata dal voto degli italiani.
In Abruzzo il tintinnar di manette comincia a sentirsi a luglio con l’arresto di Ottaviano Del Turco, presidente della regione, per continuare ancor più forte in dicembre con l’arresto, ai domiciliari, del sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso.
La situazione è grave ma non seria direbbe con il suo sorriso sornione Ennio Flaiano.
E la situazione è grave perché in Italia tutto è politica. Il lavoro, gli studi, un’impresa economica. L’informazione. La sanità. E quando la misura è colma s’invoca come panacea di tutti i mali la società civile. Non contrappeso allo strabordande potere della politica. Semplicemente la si fagocita nel sistema. Il risultato è spesso avvilente.
Nel tempo che abitiamo ognuno deve  impegnarsi per fare ciò che sa fare meglio e soprattutto la società civile deve tornare a essere davvero civile.
Dobbiamo chiedere a chi esercita, momentaneamente, le funzioni politiche, di proporre progetti di trasformazione della società, delle città, del vivere assieme. E dobbiamo imparare a giudicare la politica e i politici che la interpretano, esclusivamente dai risultati conseguiti. Difendendo e lottando, politicamente s’intende, per le nostre idee ma senza pregiudizi. Questa è la strada. L’unica per il momento.
Ma il 2008 è stato anche l’anno della liberazione di Ingrid Betancourt e soprattutto l’anno di Barack Obama. L’uomo della speranza. È non parlo di politica, di destra o di sinistra, di repubblicani o democratici. In un mondo che è sempre più triste e attraversato da conflitti interminabili e spesso irrisolvibili, Barack Obama rappresenta una speranza per tutti. Per quello che pensa e per quello che dice. Per il mondo che sogna.
Abbiamo bisogno per l’anno che è appena iniziato, e che tutti gli analisti descrivono come il peggiore della nostra storia recente, di tante cose ma soprattutto che sia un anno ricco di bellezza.
“È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?”
“La bellezza salverà il mondo” afferma il principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij.
E di bellezza ha bisogno il mondo, l’Italia e l’Abruzzo.
Che sia un anno ricco di bellezza perciò. Per tutti.

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