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Adorazione, Alice Urciuolo

In tanti pensano che un buon romanzo lo si evinca già dall’incipit, ovvero se nell’incipit è possibile leggere il contenuto del romanzo quel libro è un buon libro. In Adorazione l’incipit e le prime pagine contengono molto di più di ciò che leggeremo, non solo il romanzo stesso.

Contengono il luogo degli accadimenti.

«Solo più tardi avrebbe capito un’altra cosa ancora: si è sempre la provincia di qualcun altro, anche Latina era provincia» e ancora, «Perché nell’Agro Pontino non c’era niente se non la campagna e il cemento, ma in fondo, alla fine, trovavi il mare di Sabaudia, e ci venivano pure i vip».

In poche parole, e in rapida sequenza ci viene descritto il teatro all’interno del quale si svolgerà la storia. Una descrizione precisa al di fuori della quale non resta nulla. Si è sempre provincia di qualcun altro, soprattutto se il luogo dove si vive non ha nulla.

Nell’incipit c’è Diana che rappresenta sé stessa ovviamente, ma anche la dimensione collettiva di questo lavoro. Adorazione è infatti una storia collettiva in cui c’è spazio per molti protagonisti. Una storia in cui le ragazze sovrastano i ragazzi così come le loro mamme sovrastano i loro padri.

Una storia contemporanea che spiega, molto meglio di tanti saggi, come il processo di emancipazione sociale e culturale delle donne, in Italia e in Occidente, sia anche formalmente compiuto e che questa presa di coscienza stia creando maschi sempre più chiusi in sé stessi, incapaci di interagire con questo stesso livello di consapevolezza. Le donne create dalla penna di Alice Urciolo non inseguono modelli maschili, ovvero non si sostituiscono a loro, cercano la propria affermazione senza farsi condizionare dalle sovrastrutture culturali in cui viviamo.

Sono ragazze fragili, come lo siamo tutti nella precarietà della condizione odierna, ma hanno la capacità e la forza di intraprendere strade nuove, di cercare sé stesse vivendo. Affrontano a viso aperto le proprie paure, le proprie idiosincrasie. Diana, Vera, Vanessa, Melissa, Asia, Maria Rita, alcune delle protagoniste femminili di Adorazione, crescono perché affrontano il dolore anziché evitarlo, in controtendenza con il sentire comune che, al contrario, ha bandito il dolore e la morte dalla società.

L’adorazione è qui un sentimento che si confronta con l’amore e con il sesso, ed è proprio in questo confronto/scontro che Alice Urciolo costruisce la sua storia. Adorazione è ciò che prova Diletta, la mamma di Diana, nei confronti dei suoi clienti facoltosi come l’oncologo Claudio.

Adorazione è ciò che prova Gianmarco nei confronti di Vanessa.

Il sesso non è più un tabù, ma diventa uno strumento di conoscenza di sé stesse e dell’altro. Mano a mano che aumenta l’esperienza di vita, di pari passo aumenta la consapevolezza, in ognuna delle ragazze, di poter decidere in totale autonomia il proprio destino. La narrazione segue e si costruisce su questa serrata lotta che ci accompagna fino all’epilogo.

Non ci sono buoni e cattivi: c’è la complessità della contemporaneità e la ricerca di un tempo nuovo che, come sempre accade, è forse già presente ma stenta a farsi a riconoscere.

Adorazione irrora di nuova e giovane vita la biblioteca di romanzi italiani contemporanei sia per i temi affrontati sia per la lingua e le diverse forme narrative utilizzate. Una fotografia del presente che indica le aspirazioni, i desideri e la direzione di marcia intrapresa dalle nuove generazioni.

E ci svela una scrittrice che ci regalerà nuova letteratura.


Alice Urciuolo, Adorazione, 66thand2nd, Torino 2020

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