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Bi-fronti, Oscar Buonamano e Enzo Verrengia

Nine, di Rob Marshall

Oscar. Nine rappresenta la “paura” davanti al foglio bianco di un uomo che è un artista riconosciuto e affermato, e contemporaneamente è la messa in scena delle sue ossessioni. E questa messa in scena avviene con modalità sempre diverse. Diventa gioia e liberazione quando nella mente di Guido Contini, il protagonista, prevale la volontà di esorcizzare le sue paure con la musica. È invece puro masochismo quando è il sesso a prevalere. Nine è un sogno, ciò che sempre dovrebbe essere il cinema.

Enzo. Nine è un rifacimento che supera, alla lunga, l’originale. Federico Fellini, il regista più sopravvalutato e ingombrante della storia del cinema, stravolgeva nell’approssimazione le idee di Ennio Flaiano. Mentre Rob Marshall visualizza con fastosa spettacolarità la sceneggiatura del compianto Anthony Minghella nella rievocazione dell’Italia anni ’60. Le scene e le donne che ruotano intorno a Daniel Day-Lewis sono più belle di quelle che affollavano le ossessioni di Marcello Mastroianni in 8 e ½.

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