Ai tempi dell’università, nella “mia” facoltà (architettura a Pescara), c’era una contrapposizione fortissima tra due fazioni. Si proprio due fazioni. Quelli della tendenza e i decostruttivisti. Ognuna delle due squadre venerava delle icone. Aldo Rossi, Giorgio Grassi, Adolf Loos appartenevano ai primi, Peter Eisenman, Frank O.Gehry, Daniel Libeskind, i portabandiera dei secondi.
Ogni occasione era buona per prendersi in giro. Durante una sessione di laurea ad esempio, il “capo” dei decostruttivisti locali, commentando il progetto di uno studente della tendenza si espresse in questo modo: «Apprezzo l’approccio teorico del suo progetto però francamente questa “stecca” è […] un’infilata di corridoi che si ripetono sempre uguali a se stessi, porte tutte uguali, della stessa misura, più che un invito ad entrare sembrano attendere una domanda, c’è nessuno? C’è nessuno? C’è nessuno?».
Ci fu un gran silenzio, durò pochi secondi e sembrò interminabile. All’improvviso e inaspettata una grassa risata contagiò tutti i presenti. Da allora niente fu più come prima. Ancora oggi, a distanza di molti anni, quando incontro amici che hanno fatto parte di quel gruppo, il nostro saluto è: C’è nessuno? C’è nessuno? C’è nessuno?
In questi giorni, confusi e tristi, “vedo” spesso il corridoio di quella stecca. Sulle porte, tutte rigorosamente uguali, ci sono le targhe dei partiti dell’opposizione al governo Berlusconi. Apro le porte una a una e chiedo: «C’è nessuno? C’è nessuno? C’è nessuno?». Le stanze sono tutte vuote. Nessuno risponde. Non c’è nessuno appunto.
Per la prima volta, da quando Berlusconi si occupa di politica in prima persona, la sua “stella” brilla poco, pochissimo in verità. Sembra essere sull’orlo di un precipizio e la sensazione generale è che manchi una piccola spinta per farlo precipitare. La disoccupazione giovanile ha toccato la quota record del 29%, un giovane su tre non lavora. Gli scandali che riguardano la sua persona, Ruby e dintorni, sono sotto la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica mondiale e per questo motivo l’Italia sta pagando un prezzo altissimo alla sua credibilità internazionale. L’attività parlamentare e di governo è paralizzata mentre i ministri del suo governo e l’intera maggioranza sono impegnati a difendere il premier su tutti i media disponibili. Mentre il bacino del Mediterraneo è attraversato da una rivoluzione che probabilmente ridisegnerà il profilo politico di molti Paesi nordafricani, il nostro Ministro degli Esteri “appare” in Parlamento per riferire al Paese dell’autenticità di un documento che riguarda la casa di Montecarlo (e che coinvolge il Presidente della Camera Gianfranco Fini).
Per la prima volta da quando Berlusconi ha vinto, con un’ampissima maggioranza, le ultime elezioni c’è dunque un guado che può portare le opposizioni ad essere di nuovo competitive.
C’è bisogno di un programma, una coalizione e un candidato. Non c’è bisogno che si vada tutti in televisione a proporre formule e nuove alchìmie. Tutti i partiti che sono all’opposizione del governo Berlusconi hanno il dovere di agire e non, soltanto, di parlare.
Formulate una proposta e su quella lavorate. Fatelo, prima che sia troppo tardi per tutti.
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