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Dall’“ermeneutica” di Benedetto XVI al “buonasera” di Francesco

La chiesa cattolica elegge il suo 266° Papa al secondo giorno di conclave. Poco più di cento signori anziani danno una nuova guida alla comunità che rappresentano, dimostrando una capacità di ripensare se stessi che è, probabilmente, una delle ragioni alla base della longevità della chiesa. Duemila anni di storia affidate a un signore che alla sua prima apparizione pubblica liquida l’“ermeneutica” del suo predecessore con un “buonasera” che attraversa i cuori e, certo, conquisterà anche la mente di milioni di persone che attendono parole semplici eppure rivoluzionarie per attraversare meglio il tempo malato che abitiamo. Troppo prematuri i tempi per poter emettere qualunque giudizio sul nuovo Papa della chiesa cattolica, certo è che i primi gesti concreti fanno pensare che il suo pontificato sarà un percorso di evangelizzazione tra le persone e con le persone. Una evangelizzazione che questa volta, dopo duemila anni, farà un percorso inverso, dal nuovo continente al vecchio. Dalle Americhe all’Europa.

Papa Francesco ha usato un linguaggio diretto e gesti semplici per presentarsi al mondo. Linguaggio e gesti molto efficaci da un punto di vista della comunicazione e perciò comprensibili ai più. Ritornare in autobus dopo l’elezione, la rinuncia al crocifisso d’oro e la volontà di pagare il conto dell’albergo che lo aveva ospitato nei giorni precedenti il conclave. Toni e modi distanti anni luce dal suo predecessore che per lasciare il Vaticano e recarsi a Castel Gandolfo a meditare e pregare, utilizzò l’elicottero. Un accadimento che i media trasformarono in un reality show in cui c’entravano poco la meditazione e la preghiera.
I pronostici della vigilia indicavano, tra altri, come possibile nuovo Papa, il cardinal Angelo Scola. Indiscrezioni giornalistiche c’informano che la possibilità di sedere sul trono che fu di Pietro sia stata negata all’arcivescovo di Milano da colleghi lombardi. E questo ci riporta alle miserie di casa nostra, l’Italia intendo, con il nuovo Parlamento che si riunisce oggi per la prima volta e che forte delle sue tre minoranze, centrosinistra, centrodestra e M5S, non sembra essere in grado di esprimere una maggioranza di governo. Poi dice che uno si affida alla fede.

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