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Fabrizio De André, la bellezza e l’amore_03

«Sentii fin da subito che il mio lavoro doveva camminare su due binari: l’ansia per una giustizia sociale che ancora non esiste e l’illusione di poter partecipare, in qualche modo, a un cambiamento del mondo. Quest’ultima si è sbriciolata presto, la prima, invece, rimane.»

«La canzone più importante che abbia mia scritto è forse Amico fragile, ed è sicuramente quella che più mi appartiene. È un pezzo della mia vita con cui sono riuscito a vincere la strana entità che mi aggredisce per portarsi via una canzone. L’ho scritta in una notte dopo essere andato a una festa in una di quelle ville nel parco residenziale di Portobello di Gallura. Era in un momento di oscurantismo in cui Paolo VI aveva tirato fuori certe storie sugli esorcismi.
Ai medici, avvocati, gente di un certo livello culturale, presenti alla festa, volevo parlare per sentire il loro parere al riguardo, e invece anche quella sera, come tutte le sere, finii con una chitarra in mano. Allora mandai tutti a quel paese, mi ubriacai  sconciamente e mi rifugiai nel mio garage. Quando alle otto del mattino dopo, mia moglie Puny mi ritrovò, avevo già scritto le parole e la musica di Amico fragile. Il racconto di un artista che sa di essere utile agli altri, eppure fallisce il suo compito quando la gente non si rende più conto di avere bisogno degli artisti.»

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