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Le avventure di Cri-Cri, il grillo canterino

Chi ha raccontato per più di una volta fiabe a una bambina o a un bambino sa benissimo che le fiabe devono essere sempre uguali a se stesse. Non si può modificare nulla. Non una virgola può essere spostata, pena un pegno altissimo da pagare. Una sorta di litania ripetuta all’infinito che ti chiede il perché di ogni pur minimo cambiamento. E un’altra cosa che sicuramente sa chi ha raccontato fiabe a una bambina o a un bambino è che le fiabe inventate piacciono di più, una sorta di  battaglia contro la globalizzazione ante litteram.
Tutta questa premessa per dire che Le avventure di Cri-Cri, il grillo canterino è una favola che raccontavo a Carla e che oggi racconto a Caterina e che in qualche modo fui costretto a scrivere proprio per i motivi che spiegavo prima: per ripeterla sempre uguale a se stessa.
L’ho scritta per Carla e oggi la racconto a Caterina ma se qualcun altro volesse utilizzarla saremmo contenti.
Buona lettura.

C’era una volta un grillo canterino che si chiamava Cri-Cri, e abitava su una quercia gigante che si trovava al centro di una gran foresta. Il grillo Cri-Cri era tutto verde e delle piccolissime stel¬line rosse e gialle gli coprivano le ali facendole somigliare al cielo di notte.

Cri-Cri aveva tre cicciulini che si chiamavano Cri, Cro e Cru. La mattina si svegliavano molto presto e dopo aver preparato la colazione alle otto meno cinque in punto Cru, il più piccolo dei tre, con un bacino sulla guancia svegliava anche il papà, il grillo canterino Cri-Cri.
Dopo aver fatto colazione Cri, Cro e Cru si preparavano per la scuola, salivano sul dorso del grillo Cri-Cri e iniziavano così una nuova giornata.
Anche quella mattina come tutte le mattine quel rito si ripeté.
Mentre attraversavano la foresta sorvolarono la casa del serpente Psi-Psi che, come sempre, si diver¬tiva a tirar fuori la lingua per spaventare Cri, Cro e Cru.
Poco dopo le nove arrivarono a scuola, salutarono il papà e insieme entrarono in classe. I tre fratellini giocarono tutta la mattina e si divertirono a fare scherzi alla maestra Paola e a suor Agnese, sempre impegnate a dise¬gnare e costruire giochi per tutti.
Quelle mattine spensierate scorrevano via velocemente e dopo aver pranzato, puntuale come un orologio svizzero, alle tre meno un quarto in punto arrivava il grillo canterino Cri-Cri. Cri, Cro e Cru aspettavano in portineria il loro papà che dopo aver baciato tutti e tre ripartiva in volo con i grillini sul suo dorso.
Quel giorno, mentre facevano ritorno a casa, un temporale li sorprese per strada. Il grillo cante¬rino Cri-Cri subito si riparò sotto un balcone e aspettò che spiovesse. Il temporale durò molto e mentre aspettavano si fece buio. Quella sera non c’era la luna e i tre cicciulini cominciarono a lamentarsi al pensiero di dover attraversare la foresta e sorvolare la casa del serpente Psi-Psi con quel buio.

Il grillo canterino Cri-Cri capì subito il timore dei tre cicciulini e per tranquillizzarli chiese aiuto a Sacripante, lo zio elefante. Mentre Cri, Cro e Cru piangevano, in lontananza si udì il passo pesante dello zio elefante. «Eccomi, non abbiate paura, vi accompagnerò io a casa, adesso siete al sicuro» disse loro Sacripante alzando la proboscide ed emettendo un forte barrito.
E così il grillo canterino Cri-Cri e i tre piccoli Cri, Cro e Cru salirono sulla schiena dello zio elefante e si avviarono sulla strada di casa. Quando giunsero al margine della gran foresta, Sacripante si fermò di colpo perché si era ricordato che doveva accompagnare al cinema il piccolo cuginetto Dumbo. «Cari miei – disse rivolgendosi ai tre cicciulini – purtroppo vi devo lasciare qui, ma non abbiate paura: chiederò aiuto allo zio leone che sicuramente vi riporterà a casa.» Dopo aver salutato anche il grillo canterino Cri-Cri, Sacripante, lo zio elefante, alzò la proboscide, emise un nuovo e più grande barrito, e scom¬parve nel buio della notte.
Cri, Cro e Cru cominciarono a piangere, e la paura era tanto forte che faceva vedere loro il serpente Psi-Psi dappertutto: quella liana, quel fruscio, quel piccolo movimento dell’aria erano forse lui? Il grillo canterino Cri-Cri cominciò ad agitarsi e non vedendo arrivare lo zio leone pensò bene di ripararsi su un grande olmo.
Nel frattempo il serpente Psi-Psi, che aveva assistito a tutta la scena per incutere paura ai tre piccoli grilli, si piazzò sotto l’olmo con la lingua che roteava nell’aria e gli occhi di fuoco.
Cri, Cro e Cru piangevano così forte che tutti gli animali del bosco sentirono il loro grido d’aiuto.
Allora il serpente Psi-Psi si av¬vinghiò al tronco dell’albero e lentamente cominciò ad arrampicarsi. Il grillo canterino Cri-Cri, non sapendo più cosa fare per difendere i suoi cicciulini, cominciò a lanciare addosso al serpente Psi-Psi tutto quello che gli capitava tra le piccole zampe.
La faccenda sembrava ormai volgere al peggio, ma ecco che in lontananza si udì il possente ruggito di Gedeone, lo zio leone, che si avvicinava velocemente.

Il serpente Psi-Psi con un balzo in avanti tentò di mordere le sue piccole prede, ma il grillo canterino Cri-Cri afferrò i tre cicciulini e volò via su un altro albero. Il serpente Psi-Psi non si perse d’animo; scese dall’olmo e si diresse velocemente verso il secondo albero. Ma mentre stava per arrampicarsi, il ruggito dello zio leone lo raggiunse improvviso e lo costrinse ad una ritirata tra l’erba alta del sottobosco.
Un cinguettio assordante accompagnato dai versi di tutti gli animali della foresta testimoniò la gioia per lo scampato pericolo. Cri, Cro e Cru si abbracciarono felici e strinsero forte forte il loro papà, il grillo canterino Cri-Cri. «Ehm, ehm, forse vi siete dimenticati di qualcuno» protestò intanto Gedeone, lo zio leone, che si era piazzato sotto l’albero con l’intenzione di non far avvicinare nessuno.

«Certo che non ci siamo dimenticati di te» urlano i tre cicciulini. In un attimo, con un piccolo volo saltarono sulla criniera dello zio leone che tutto fiero e con sguardo da vincitore s’incamminò nella foresta.
Nel frattempo le nuvole si erano diradate, e la luna era tornata alta e lucente nel cielo illuminando tutta la foresta. I tre cicciulini non avevano più paura e, abbracciati al grillo canterino Cri-Cri sulla criniera di Gedeone, lo zio leone, sorridenti fecero finalmente ritorno a casa.

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