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[L’ultimo degli zemaniani]_A Cristiano ciò che è di Cristiano e a Daniele ciò che è di Daniele

 

Il Pescara chiude il girone di andata con 20 punti e cinque squadre alle sue spalle. Ha segnato 17 reti e ne ha subite 35. Se il campionato terminasse oggi sarebbe salvo: perciò tutti in piedi e battiamo le mani. Battiamo le mani perché venti punti sono tanti, perché il Pescara è una neopromossa e perché le squadre che i biancazzurri si mettono alle spalle rispondono al nome di Siena, Palermo, Cagliari, Genoa e Bologna.

Senza considerare che al giro di boa del campionato ha gli stessi punti della Sampdoria e del Torino ed è a due lunghezza dall’Atalanta.
Un campionato dunque, almeno fino a questo momento, molto positivo per la società diretta da Daniele Sebastiani che, in maniera ingenerosa, è stato criticato con troppa fretta e superficialità.
L’avvento sulla panchina del Pescara di Cristiano Bergodi (e del suo staff) sta portando indubbi benefici alla squadra anche se la parte più difficile, per il neo tecnico biancazzurro, inizia proprio adesso.
La vittoria contro la Fiorentina consegna alle cronache un Pescara double-face, molto attento in fase di contenimento nel primo tempo, con un insuperabile Perin cha salva la squadra dal tracollo, cinico e più intraprendente nel secondo tempo. Un buon Pescara che mi è piaciuto e che ha meritato la vittoria per l’autorità con la quale ha saputo tenere testa a una squadra molto più forte da un punto di vista tecnico.
Interpellato da www.fiorentina.it prima della sfida del Franchi, per la rubrica “Penna in trasferta”, avevo detto che ciò che avrebbe fatto la differenza in campo sarebbero state le motivazioni dei calciatori, così è stato. Il Pescara è sceso in campo con la mentalità giusta, ma soprattutto molto concentrato. Gran parte del merito va ascritta al suo allenatore che in poco tempo e soprattutto con una squadra che non aveva costruito, è riuscito a trasformare un gruppo di calciatori in una squadra. Non è un merito da poco e non era scontato che ciò accadesse. Perciò credo che vada riconosciuto a Cristiano Bergodi ciò che è di Cristiano Bergodi.
Così come va riconosciuto a Daniele Sebastiani, e a tutta la società che pure era alla sua prima esperienza in serie A, la bontà del lavoro svolto in fase di costruzione della squadra. E quindi anche a Daniele (Sebastiani e Delli Carri) ciò che è di Daniele.
Da oggi dunque si può guardare al futuro con più ottimismo e anche con un po’ più di serenità. Non bisogna disperdere il lavoro svolto fino ad oggi e bisogna approfittare del mercato di gennaio per mettere a segno quei colpi che possono garantire al Pescara un girone di ritorno più tranquillo.
Serve, oggi più di ieri, un attaccante centrale in grado di garantire alla squadra otto, nove gol fino alla fine del campionato e almeno un centrocampista di qualità in mezzo al campo che possa prendere il posto dell’ottimo Togni che può diventare la prima, vera e unica alternativa al nuovo acquisto.
E infine così come ho scritto all’inizio del campionato, non si prenda Ciro Ferrara perché in contraddizione con lo stile e il progetto inaugurato con Zden?k Zeman, oggi penso, con motivazioni analoghe, che non si debba acquistare Gaetano D’Agostino.

 

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