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Non capita spesso
che il cuore prenda a battere forte
per il solo fatto di averla vista legata ad un palo.

Era una sera di fine estate
la fine di una bella, bellissima giornata,
tornavo a casa.

Gli disse:”Pensi troppo.”

Dopo la curva un breve rettilineo
e prima della piccola rotonda
sulla destra, lei, legata a un palo.

L’avevo vista subito, fin dall’imbocco del rettilineo.
Non avrei dovuto fare quella strada.
Forse la stavo cercando.

Posò la forchetta nel piatto e si fermò. Non parlò per un po’.

Man mano che mi avvicinavo
la vedevo sempre meglio e la sua sagoma
diventava più netta e chiara.

Le passo davanti, quasi mi fermo.
Non proseguo per la strada di casa,
torno indietro per ripassare nello stesso punto in un altro tempo.

“Hai ragione” le rispose, “ma soprattutto ho parlato sempre io.”

E mentre rifaccio la strada è tutto un susseguirsi di pensieri,
di emozioni, di turbamenti.
Il cuore che rallenta per poi ripartire di nuovo più veloce di prima.

Di nuovo il rettilineo
e sempre in fondo alla strada,
legata ad un palo, lei. Immobile.

E scoppiò in una risata fragorosa che le disegnò un profilo del viso mai visto prima…

Rallento, procedo a passo d’uomo,
e quasi mi vergogno.
Di  nuovo è sulla mia destra. La vedo, riesco quasi a toccarla.

Non mi fermo, proseguo. Questa volta non torno indietro.
Riprendo la strada che mi porta a casa.
Mi fermerò più avanti per dedicarle un pensiero.

…e le fossette divennero ancor più profonde e gli occhi un po’ più piccoli.

Un attimo, di più non si può.
È legata e non può muoversi.
Proseguo con il cuore che batte di nuovo più forte.

Non capita spesso
che il cuore prenda a battere forte.

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