«Sidone è la città libanese che ci ha regalato oltre all’uso delle lettere dell’alfabeto anche l’invenzione del vetro. Me la sono immaginata, dopo l’attacco subito dalle truppe del generale Sharon del 1982, come un uomo arabo di mezz’età, sporco, disperato, sicuramente povero, che tiene in braccio il proprio figlio macinato dai cingoli di un carro armato […] La piccola morte a cui accenno nel finale di questo canto, non va semplicisticamente confusa con la morte di un bambino piccolo. Bensì va metaforicamente intesa come la fine civile e culturale di un piccolo paese: il Libano, la Fenicia, che nella sua discrezione è stata forse la più grande nutrice della civiltà mediterranea».
Fabrizio De André
Sono tantissime le iniziative che si stanno svolgendo in tutt’Italia per ricordare Faber nel decennale della sua morte. Ne segnalo due.
La prima è Lo speciale Fabrizio De André su Rai 3 a Che tempo che fa, domenica 11 gennaio dalle 20.10.
La seconda è una mostra che Genova dedica al cantautore che s’innamorava di tutto. Inaugurata il 31 dicembre 2008, resterà aperta fino al 3 maggio 2009.
Sede della mostra
Palazzo Ducale – Sottoporticato
Piazza Matteotti , 9
Orario
Da martedì a domenica 9.00-20.00
Lunedì chiuso
«Quando durante la guerra ero sfollato in Piemonte, Genova per me era un mito. A cinque anni la vidi per la prima volta e me ne innamorai subito, tremendamente. Genova per me è come una madre. È dove ho imparato a vivere. Mi ha partorito e allevato fino al compimento del trentacinquesimo anno di età: e non è poco, anzi, forse è quasi tutto.
Anche se a colmare la distanza fra quel quasi e quel tutto contribuirono le canzoni di Brassens.
Oggi a me pare che Genova abbia la faccia di tutti i poveri diavoli che ho conosciuto nei suoi carruggi, gli esclusi che avrei poi ritrovato in Sardegna, ma che ho conosciuto per la prima volta nelle riserve della città vecchia, le ‘graziose’ di via del Campo e i balordi che, per mangiare, potrebbero anche dar via la loro madre. I fiori che sbocciano dal letame. I senzadio per i quali chissà che Dio non abbia un piccolo ghetto ben protetto, nel suo paradiso, sempre pronto ad accoglierli.»
Fabrizio De André
Infine un libro e un ricordo.
Il libro è: Evaporati in una nuvola rock: La storia e le foto di una tournée indimenticabile, a cura di Guido Harari e Franz Di Cioccio
«L’idea di un tour con un gruppo rock sulle prime mi spaventò, ma il rischio ha sempre il suo fascino: proprio per questo, un tour insieme alla PFM poteva risolversi in una grande avventura. All’epoca ero tormentato da interrogativi sul mio ruolo, sul mio lavoro, sull’assenza di nuove motivazioni. La PFM mi risolse il problema, dandomi una formidabile spinta verso il futuro, stimolandomi a rimettermi a creare per non morire.
La nostra tournée è stata il primo esempio di collaborazione tra due modi completamente diversi di concepire e eseguire le canzoni. Un’esperienza irripetibile perché PFM non era un’accolita di ottimi musicisti riuniti per l’occasione, ma un gruppo con una storia importante, che ha modificato il corso della musica italiana. Ecco, un giorno hanno preso tutto questo e l’hanno messo al mio servizio.»
Fabrizio de André
Il ricordo è un articolo di Ivano Fossati, pubblicato in occasione dell’inaugurazione della mostra di Genova.
Il calcio, la tv. L’altro Fabrizio sapeva godersi le giornate di «bonaccia»
Per tutte le iniziative sul decennale potete aggiornarvi sul sito
crueza de ma
Per seguire tutte le iniziative su Fabrizio De André
http://www.fondazionedeandre.it
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