le mie recensioni


Visit Us On FacebookVisit Us On InstagramVisit Us On LinkedinVisit Us On YoutubeVisit Us On PinterestCheck Our Feed

Ciro Immobile

Ciro immobile festeggia il titolo di capocannoniere del campionato serie Bwin (foto di Massimo Mucciante)

Ciro immobile festeggia il titolo di capocannoniere del campionato serie Bwin (foto di Massimo Mucciante)

Il brano è tratto dal libro Il Pescara di Zeman,  (Carsa edizioni 2012)

Ciro Immobile, campano di Torre Annunziata, arriva in ritiro precampionato con il Pescara alla fine di luglio dopo aver disputato la prima fase della preparazione con la Juventus, che ne detiene la proprietà del cartellino. L’ultima fase di lavoro la svolge negli Stati Uniti d’America, dove la squadra bianconera disputa una serie di amichevoli che lo annoverano sempre tra i protagonisti.
Quando rientra in Italia e si presenta ai compagni di squadra, il nuovo allenatore lo accoglie così: «Tu con questo cognome, non puoi fare il centravanti della mia squadra».
Fino a quel momento nel ruolo di centrale del tridente offensivo Zeman ha sempre schierato Riccardo Maniero, durante la stagione diventerà Superpippo per i compagni di squadra, che ha ripagato la fiducia del suo allenatore disputando un ottimo precampionato.


Il ciuffo biondo che fa impazzire il mondo, così recita uno degli striscioni dedicati a Immobile sempre bene in vista durante le partite casalinghe del Pescara, inizia dunque la nuova avventura con i colori biancazzurri sapendo di dover recuperare posizioni nella graduatoria che Zeman sta, partita dopo partita, componendo nella sua mente. Inizia con un programma di allenamenti differenziati per mettersi al passo con i compagni. Quando il campionato è ormai alle porte non è certo di essere uno degli undici titolari che affronterà il Verona nella prima trasferta del campionato. Tutti gli addetti ai lavori, nelle indicazioni prepartita, schierano Maniero come titolare e Immobile in panchina. Ma quando la squadra giunge a Verona succede qualcosa che fa cambiare idea all’allenatore. Un comportamento non ortodosso di Superpippo Maniero (pare i pantaloni della tuta arrotolati fin sopra le ginocchia che hanno trasformato la divisa della società in un abbigliamento da rapper metropolitano) regala la maglia da titolare a Immobile. Il ciuffo biondo non si lascia scappare l’occasione, disputa una grande gara e segna al suo esordio in maglia biancazzurra. Da quel giorno Maniero diventerà la prima riserva, e tale resterà fino alla fine del campionato, del centravanti di torre Annunziata.
Ciro Immobile, nato il 20 febbraio del 1990, è cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Sorrento ed è stato, successivamente, acquistato dalla Juventus con la quale vince, nel 2009 e nel 2010, il torneo di Viareggio. Nella seconda edizione del torneo si aggiudica il titolo di capocannoniere con dieci reti e il titolo di miglior calciatore. In finale, contro l’Empoli, realizza una tripletta. Con dieci reti in un’unica edizione stabilisce anche il nuovo record di marcature.
Nel 2010 gioca in prestito, sempre in serie B, prima al Siena e da gennaio dell’anno successivo al Grosseto, segnando complessivamente due gol.
Giunge dunque a Pescara molto motivato e con la volontà di riscattare l’ultima stagione agonistica che gli ha riservato solo delusioni. La scelta di Pescara si rivela la migliore: con Zeman trova la definitiva consacrazione e ventotto gol che gli valgono il titolo di capocannoniere della serie B. Calciatore veloce, rapido e molto forte fisicamente, s’inserisce perfettamente nel 4-3-3 zemaniano dove gioca in posizione centrale. Alla forza fisica abbina una buona tecnica di base e una corsa continua che lo rende, a tratti, immarcabile.
Ha distribuito le sue reti con regolarità durante tutto il corso del campionato, segnando in modi diversi e dimostrando, perciò, di essere un attaccante completo. L’intesa con i compagni del tridente d’attacco zemaniano, Lorenzo Insigne e Marco Sansovini, i due esterni, è stata perfetta e ha portato in dote alla squadra 62 gol: ai 28 di Immobile vanno infatti sommati i 18 di Insigne e i 16 di Sansovini. In alcune movenze, ma soprattutto per la potenza che esprime unitamente a una capacità acrobatica fuori dal comune, ricorda “Bonimba”, nome coniato da Gioannin Brera per Roberto Boninsegna, il centravanti che faceva coppia con “Rombo di tuono” al Cagliari e che poi ha giocato e vinto con Inter e Juventus. Ai mondiali del 1970 in Messico, con Domenghini sulla destra e Gigi Riva “Rombo di tuono”, sulla sinistra, formava il tridente d’attacco che disputò la finalissima contro il Brasile di Pelè. “Bonimba” ha segnato 166 reti in 366 partite disputate nel massimo campionato italiano, e ha vinto per due volte la classifica dei marcatori con 24 e 22 gol, nel 1970/71 e l’anno successivo. Ha vinto tre scudetti, una Coppa Italia e una coppa Uefa con una Juventus tutta italiana. Juventus, che, non dimentichiamolo, condivide con il Genoa la proprietà del bomber di Torre Annunziata.
Ciro immobile è un Boninsegna più mobile e perciò in grado di contribuire di più al gioco della squadra, ma soprattutto ha, come tutti i suoi compagni di squadra del Pescara, una gran voglia di mettersi in mostra e di vincere. Non si ferma mai, corre, combatte su ogni pallone per tutta la durata della partita ma soprattutto segna. Segna quasi sempre, anche quando la partita sembra essere già decisa. Come per esempio nella notte di Padova-Pescara, la partita della svolta terminata 6-0, la prima di sette vittorie consecutive che porteranno il Pescara al primo posto della classifica e alla promozione diretta in serie A.
Immobile segna due gol e anche lui, come i suoi compagni, non si accontenta della vittoria in sé ma continua a spingere sull’acceleratore anche quando la squadra è in vantaggio di cinque gol.
Sempre alla ricerca del gol anche al novantesimo minuto e con il risultato ormai acquisito. Un calciatore corretto e che interpreta, anche sotto questo aspetto, alla perfezione la filosofia calcistica di Zeman. Rivelatore di questo aspetto del suo carattere è la corsa per abbracciare il suo allenatore dopo il gol del momentaneo vantaggio casalingo realizzato nella partita contro il Bari disputatasi, inopinatamente, all’indomani della morte di Franco Mancini.
Succede all’ottavo minuto del primo tempo, quando imbeccato da Insigne trasforma in rete alla destra dell’incolpevole Lamanna, portiere dei pugliesi. Subito dopo avere realizzato il gol dell’1-0, la sua corsa a perdifiato verso la panchina trascinando con sé tutti i compagni di squadra per abbracciare Zeman resterà come uno dei momenti più belli ed emozionanti della straordinaria stagione del Pescara, più dei 28 gol realizzati e che hanno contribuito in maniera determinante alla promozione in serie A della sua squadra.

Lorenzo, “il primo violino”, Insigne

Condividi
  • Facebook
  • Twitter
  • LinkedIn
  • MySpace
  • RSS

Leave a Reply