le mie recensioni

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Questo articolo è pubblicato sul quotidiano Roma, il giornale di Napoli
Una delle più belle canzoni napoletane, e perciò una delle più bella canzoni del mondo, s’intitola Era de maggio, musicata da Mario Pasquale Costa su una poesia di Salvatore Di Giacomo.
Chi non hai mai sentito almeno una volta nella sua vita «Era de maggio e te cadeano nzino, a schiocche a schiocche, lli cerase rosse. Fresca era ll’aria, e tutto llu ciardino addurava de rose a ciento passe…». L’abbiamo cantata tutti.
È una canzone d’amore il cui incipit racconta di due amanti che si lasciano nel mese di maggio per ricongiungersi, nell’epilogo, ancora nel mese di maggio.
E proprio a maggio si stava consumando un addio doloroso: quello tra Antonio Conte e il Napoli. A detta di tutti gli esperti di calcio quell’addio si era già consumato perché Conte non avrebbe più allenato la squadra azzurra.
Continue reading Era de maggio

Questo articolo è pubblicato sul quotidiano Roma, il giornale di Napoli e su pagina21
Subito dopo il triplice fischio che ha ufficializzato la vittoria del quarto scudetto per il Napoli di Aurelio De Laurentiis e Antonio Conte, è iniziata la festa del popolo napoletano. A Napoli ovviamente, ma anche a Milano, a Londra, New York, in Canada, un po’ dappertutto perché un po’ dappertutto ci sono napoletani e italiani del sud, meridionali.
Questa felicità collettiva non è solo calcio, è appartenenza. Perché Napoli non è solo una città, ma è un modo di essere, di vivere. Di amare e di soffrire. D’intendere il mondo, perfino di parlare.
Un modo di essere, un’appartenenza che viene da lontano, da molto lontano.
Continue reading Il Napoli vince lo scudetto e si festeggia in tutto il mondo: non è solo calcio

Questo articolo è pubblicato anche su pagina21 e sul quotidiano Roma, il giornale di Napoli
Aver saputo trasformare una domanda in un ordito sul quale costruire l’intera narrazione, potrebbe iniziare e finire qui la recensione all’ultimo libro di Javier Cercas. Ma non finirà qui perché questo libro è un giacimento di pensieri ricchi di senso e di parole necessarie che meritano di essere raccontate.
«La letteratura è uno strumento di conoscenza: serve a comprendere. “Comprendere tutto significa perdonare tutto” recita un detto francese. Falso. Comprendere non significa giustificare: significa darsi gli strumenti per non commettere di nuovo gli stessi errori. È questo che facciamo noi romanzieri; perciò, a dispetto di quanto predica la superstizione letteraria più diffusa del nostro tempo, la letteratura è utile. A una condizione: che non si riproponga di esserlo…».
Continue reading Il folle di Dio alla fine del mondo, Javier Cercas

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Perché amo, incondizionatamente, Zemàn
Quando penso al gioco del calcio penso a Zeman e quando penso a Zeman penso a Eduardo Galeano e a ciò che ha scritto in uno dei libri più belli attorno al calcio, Splendori e miserie del gioco del calcio, «Un giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothee Sölle: “Come spiegherebbe a un bambino che cosa è la felicità?”. Non glielo spiegherei, rispose, gli darei un pallone per farlo giocare».
Perciò quando penso a Zeman sono felice, perché il suo calcio esprime un’idea felice della vita. Un calcio votato alla ricerca del gol, mutuando e scomodando Roland Barthes, il grado zero della felicità.
Segnare un gol in più dell’avversario, l’archè di tutte le cose per Zeman.
Continue reading Zdenek Zeman, il bambino che è in ognuno di noi

L’influenza di Italo Calvino sulla cultura architettonica italiana viene esaminata a partire dagli anni Sessanta allorquando Calvino, totalmente immerso e protagonista della cultura a lui contemporanea, s’interrogava sul futuro della città e del progetto urbano. Un sentimento e una tensione diffusi in tutta Europa che aveva negli intellettuali italiani, teorici e progettisti, punti di riferimento imprescindibili. Contestualmente questa relazione ripercorre la riflessione sul progetto della Città ideale che dalla Torre di Babele, presente nella Genesi, attraversa il Rinascimento italiano per interessare teorici e artisti anche nella contemporaneità. È dunque la ricerca della felicità che tiene insieme Calvino, architetti e urbanisti, intellettuali e artisti, in una riflessione costante e continua su la «cosa umana per eccellenza», insuperata definizione di città di uno dei pensatori più influenti del Novecento, Claude Lévi-Strauss.
Continue reading Le città invisibili e il sogno di una città felice: Calvino nella cultura architettonica italiana

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La compiutezza linguistica de Il fuoco che ti porti dentro ne fa letteratura e una lezione di scrittura. La forza ammaliatrice di questo raccontare distoglie dalla bellezza pura delle parole e invoglia a frequentare l’unità di vicinato di Angela per conoscere un altro mondo, il mondo del sud.
Modi di dire, di essere, personaggi come icone senza tempo abitano questa commedia di eduardiana memoria. Anche quando la pagina restituisce il racconto di alcuni luoghi comuni (luoghi comuni per chi è nato al sud s’intende), il registro della scrittura resta sempre alto con una lettura piacevole e che accompagna, mai consolatoria sempre indagatrice.
Continue reading Il fuoco che ti porti dentro, Antonio Franchini

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Nei primi due paragrafi del libro Enrica Ferrara ha già svelato al lettore gli elementi su cui costruisce il suo esordio narrativo, una scelta che svela l’ordito letterario che ci apprestiamo a leggere.
La storia di una bambina che diventa ragazza e della sua famiglia che si sovrappongono alla storia del suo Paese, l’Italia. Sono gli anni più drammatici della giovane democrazia italiana, quella del terrorismo che insanguinò la Penisola. Anni che culminarono con il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, uno degli uomini più influenti della politica italiana.
Continue reading Mia madre aveva una cinquecento gialla, Enrica Ferrara

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La ghigliottina (porta) che occupa tutta la pagina di copertina della versione italiana dell’ultimo libro di Felipe Polleri, Grande studio su Baudelaire (un romanzo storico), è sempre sul punto di decapitare qualcosa o qualcuno lungo le cento pagine del componimento. Resterà saldamente ancorata ai suoi montanti dall’inizio alla fine come monito più che presagio. Ogni testa resterà sul proprio corpo, così come la letteratura continuerà il suo percorso di cambiamento continuo, senza strappi o fughe, sconsiderate, in avanti. Cambierà cambiando.
Continue reading Grande studio su Baudelaire (un romanzo storico), Felipe Polleri

Il ritmo incalzante della narrazione che fa da contraltare alla fissità della malattia prima e della morte poi è la chiave di lettura e uno dei pregi dell’esordio narrativo di Paolo Massari.
C’è ritmo e velocità di pensiero e di azione, un muoversi continuo per non restare fermi a pensare, come se la scrittura potesse eludere, spostare in avanti, la fine.
Da qui, da questo tentativo, discende anche il sarcasmo e la leggerezza della descrizione di brandelli di vita. C’è umorismo che si contrappone, quasi respinge, l’idea stessa della morte.
Continue reading Tua figlia Anita, Paolo Massari

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Presentata e poi ritirata la proposta di legge del senatore della Lega, Manfredi Potenti, che prevedeva la proibizione dei titoli al femminile all’interno degli atti ufficiali. Dunque, via sindaca, ministra, rettrice per dare spazio esclusivamente a sindaco, ministro, rettore. È di pochi anni fa un libro, Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood, che sembra essere stato scritto proprio per metterci in guardia dall’avvento di cose brutte precedute sempre da piccole, spesso inconsistenti e ridicole (come in questo caso), posizioni politiche che diventano modi di essere, esempi da seguire. «Nulla muta istantaneamente…» scrive la Atwood.
Nel commentare e recensire i romanzi di Margaret Atwood ci si sofferma con più insistenza sul contenuto, sul messaggio, spesso anticipatore di eventi futuri. Sull’immaginazione della scrittrice canadese, sulla sua capacità visionaria. Una visionaria realista.
Poco, troppo poco, ci si sofferma sulla sua capacità descrittiva. E invece la scrittura di vaglia la si riconosce proprio dalle descrizioni. La descrizione di un luogo, del carattere di una persona, di un sentimento, sanciscono la grandezza di un’autrice o di un autore…
Continue reading La più grande libertà a cui aspirare è quella di poter scegliere
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