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[L’ultimo degli zemaniani]_Pronti via 3-0, ma si può fare

Una brutta estate per il calcio, iniziata male e che sta giungendo alla fine anche peggio.
Non hanno certo mostrato coraggio gli allenatori delle nazionali che hanno partecipato agli Europei polacco/ucraini che hanno offerto uno spettacolo calcistico penoso. Nessuna partita da ricordare, solo qualche singola giocata da archiviare come il gol capolavoro di Zlatan Ibrahimovic segnato alla Francia e quello altrettanto bello di Mario Balotelli alla Germania.

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Mia madre è un fiume, Donatella Di Pietrantonio

Cover_Mia madre è un fiume

L’esordio letterario di Donatella Di Pietrantonio, “Mia madre è un fiume”, è un libro che come tutti i libri necessari contiene tante cose e se ci si ferma alla prima lettura, di tutte queste cose, se ne coglie solo la superficie. Non tragga in inganno l’uso del sostantivo “cosa”. Cosa «È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, con il quale si indica, in modo generico, tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione, di concreto o di astratto, di materiale o d’ideale». Spesso si utilizza quando non si vuole o non si può dire il nome esatto di un accadimento. Un termine utilizzato da Dante Alighieri e Alessandro Manzoni. Nella dottrina di Kant «La cosa in sé» indica la realtà in assoluto.
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Veronesi, Capossela e il magico John Fante

Il festival letterario “Il Dio di mio padre”, con il “reading”musicale in omaggio a John Fante, che si è svolto nella pineta di Torricella Peligna, ha scritto così una delle pagine più belle di questa estate abruzzese.
Poco prima dell’inizio dello spettacolo Sandro Veronesi ha tenuto una lectio magistralis sullo scrittore di “Chiedi alla polvere” che è stata seguita da alcune centinaia di persone in rigoroso silenzio. Veronesi è un fan di John Fante, come i suoi compagni di viaggio di questa magica serata d’Abruzzo, e questo è ciò che si percepisce fin dalle prime battute sul palco.

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«John Fante il suo cuore è qui»

Terminati i tornanti che dalla Valle del Sangro Aventino conducono su, fino ai 900 metri di Torricella Peligna, s’intravede il profilo del campanile e la sagoma delle case che preannunciano l’ingresso al paese, soprattutto si vede in tutta la sua bellezza il profilo della montagna madre, la Majella.

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L’Abruzzo nelle pagine di John Fante

Sandro Veronesi e Vinicio Capossela ritornano insieme a Torricella Peligna dopo quindici anni, e ritornano per lo stesso motivo per cui erano venuti la prima volta: l’amore per John Fante e i suoi libri. Sono infatti tra gli ospiti più prestigiosi della settima edizione de “Il Dio di mio padre” festival letterario dedicato proprio a John Fante, con la direzione artistica di Giovanna Di Lello giornalista e filmaker, che si svolgerà a Torricella Peligna dal 24 al 26 di agosto.

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L’arte di salvare l’arte

«Chi salva anche una sola opera d’arte, salva la bellezza», sono parole di Tonino Guerra, poeta, vincitore del premio Oscar nel 1973 per la sceneggiatura di “Amarcord”, film di Federico Fellini. E proprio da una sollecitazione del poeta di Santarcangelo di Romagna nasce una bella storia che oggi è diventata una mostra, “Tesori ritrovati d’Abruzzo: l’arte di salvare l’arte”, che chiuderà i battenti il 7 ottobre e che si svolge nella Rocca Ubaldinesca di Sasso Corvaro in terra marchigiana.

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Volevo essere Paolo Valenti

«Cosa farai da grande?». Quando da bambino ti pongono questa domanda, la domanda a cui tutti i bambini devono rispondere almeno una volta nella vita, ti senti, oserei scrivere sei, anche se solo per un attimo, realmente al centro dell’attenzione e del mondo. Normalmente la risposta è sempre al di sopra delle righe, anche perché chi la pone si aspetta una risposta al di sopra delle righe. Astronauta, calciatore famoso, modella, attore sono le risposte più gettonate, quasi mai invece ci sono figure che appartengono alla quotidianità che abitiamo come il fornaio, l’operaio, l’impiegato piuttosto che la donna delle pulizie o la badante. Se si realizzassero davvero i sogni dei bambini vivremmo in un mondo di persone perfette, belle, brave e soprattutto con un lavoro molto remunerativo.

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Se la politica latita vince la “Repubblica delle idee”

La “Repubblica delle idee”, l’iniziativa pensata e realizzata dal quotidiano “la Repubblica”, che si è svolta a Bologna dal 14 al 17 giugno, è stata un grande successo. Un successo di critica e di pubblico con pochissime voci discordi o fuori dal coro. “Scrivere il futuro” lo slogan che ha accompagnato la manifestazione, “Voglia di sapere e di esserci” è stata la risposta delle tantissime persone che hanno partecipato. Politica, sviluppo sostenibile, filosofia, economia, letteratura, satira, scienza, musica, teatro, moda e costume, social network, i temi di cui si è discusso e che hanno invaso Bologna e le sue belle piazze.

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La torrida passione dei tifosi pescaresi

In questi primi giorni d’estate, a Pescara, la temperatura é altissima. Quella esterna, in verità, é alta anche in tante altre città e non solo abruzzesi, quella interna invece é da bollino rosso piú a Pescara che altrove. Dal 20 maggio, il giorno di Sampdoria-Pescara che ha segnato il ritorno della squadra adriatica in serie A, la temperatura della passione dei tifosi biancazzurri é infatti altissima, e lo é in modo costante e permanente. Non accenna a diminuire nonostante molte cose siano cambiate da quell’indimenticabile pomeriggio di fine maggio.

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Punto Z_Il ritorno del conte di Montecristo

Il Conte di Montecristo_02

Questo articolo è pubblicato anche su QuasiRete, il blog di narrazione sportiva di www.gazzetta.it

«Erano passati 14 anni, giorno dopo giorno, da quando Dantès era stato arrestato. Era entrato a 19 anni nel castello d’If, ne usciva a 33». Sono trascorsi esattamente 14 anni da quell’estate del 1998 quando ebbe inizio la fine della prima vita calcistica di Zden?k Zeman, il maestro di Praga di anni ne aveva 51, oggi ne ha 65. «[…] sono uscito dalla Roma in un periodo in cui dovevo uscire, sono uscito per un problema politico, non per il rendimento. Nel ’98, quando è uscito lo scandalo, la squadra ha perso più di 20 punti per la decisione degli altri. Con 20 punti in più, penso che la squadra sarebbe stata competitiva». In un paese diverso dal nostro quel giovane allenatore (51 anni e un ricco curriculum alle spalle, nove anni con le giovanili del Palermo, poi il miracolo con il Licata, il Messina, il Foggia e la nascita ufficiale di Zemanlandia, il Parma e la Lazio, per un totale di 23 anni di panchina) sarebbe diventato un eroe nazionale, avrebbe tenuto lezioni all’università sull’etica sportiva, ma soprattutto non avrebbe perso il suo posto di lavoro. Continue reading Punto Z_Il ritorno del conte di Montecristo

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