le mie recensioni


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Franco Summa: Arte&Città

Questo articolo è pubblicato anche su L’Espresso

All’inizio degli anni Novanta Franco Summa convoca a Pescara, città nella quale è nato e ha vissuto fino al giorno della sua morte, alcuni intellettuali per discutere sul tema Arte&Città. Contributi per definire scelte più qualificate nella progettazione e riqualificazione della città contemporanea, gli ospiti furono Pierre Restany, Enrico Crispolti, Joseph Rykwert, Oriol Bohigas, John Outram, Costantino Dardi, Maurizio Vitta, Monique Faux, Carmelo Strano. Una scelta strategica per fare un resoconto di ciò che è stato il suo principale interesse culturale: la città come manufatto artistico.

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Hammamet o della caducità del potere

Questo articolo è pubblicato anche su L’Espresso

Non lasciatevi condizionare da questa o altra recensione, ma andate a vedere Hammamet, il film di Gianni Amelio, e fatevi una vostra idea del film. Poi, con calma, leggetevi le recensioni scritte dalle persone che più vi aggradano. Leggetevi, se ne avrete voglia, anche i commenti politici al film. E, dopo, traete le vostre conclusioni.
L’incipit e il finale del film esprimono il giudizio di Gianni Amelio su Bettino Craxi: sul politico e sull’uomo. Una stratagemma che consente allo spettatore di godersi il film ponendosi poche domande, grazie ad un inizio che è quasi cronaca e un finale onirico.

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Candide, ovvero la modernità di Voltaire

L’ultima lettura del 2019, una parziale rilettura in realtà, è stata una delle più belle e sorprendenti letture di tutto l’anno: un libro pubblicato per la prima volta nel 1759, Candido, ovvero l’ottimismo. Il libro mi è stato regalato per il mio compleanno, nel novembre del 1989.
Scrive Italo Calvino nella superba introduzione del 1974, «personaggi filiformi, animati da una guizzante mobilità, si allungano si contorcono in una sarabanda di leggerezza graffiante: così Paul Klee nel 1911 illustrava il Candide di Voltaire, dando forma visuale – e quasi direi musicale – all’allegria energetica che questo libro – al di là del fitto involucro di riferimenti a un’epoca e a una cultura – continua a comunicare al lettore del nostro secolo».

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I libri più belli che ho letto nel 2019

1. Javier Marías, Berta Isla, Einaudi

2. D.T.Max, Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi, Einaudi

3. Yuval Noah Harari, 21 lezioni per il XXI secolo, Bompiani

 

4. Annie Ernaux, L’evento, L’Orma editore

5. Edoardo Albinati, Cuori fanatici, Rizzoli

6. Carlo e Renzo Piano, Atlantide. Viaggio alla ricerca della bellezza, Feltrinelli

7. Vladimir Nabokov, Lezioni di letteratura, Adelphi

8. Antonio Scurati, M. Il figlio del secolo, Bompiani

9. Jonathan Franzen, La fine della fine della terra, Einaudi

10. Emanuele Trevi, Sogni e favole, Ponte alle Grazie

 

Elena Ferrante, Storia del nuovo cognome, Edizioni e/o
Elena Ferrante, Storia di chi fugge e di chi resta, Edizioni e/o
Elena Ferrante, Storia della bambina perduta, Edizioni e/o
Claudio Magris, Tempo curvo a Krems, Garzanti
Eraldo Affinati, Via dalla pazza classe, Mondadori
Paul Auster, 4 3 2 1, Einaudi
Mario Vargas Llosa, Il richiamo della tribù, Einaudi
Elena Ferrante, La frantumaglia, Edizioni e/o
Elena Ferrante, La vita bugiarda degli adulti, edizioni e/o
Gino Cervi, Giovanni Battistuzzi, Alfabeto Fausto Coppi, Ediciclo editore


Giuseppe Catozzella, E tu splendi, Feltrinelli
Elena Ferrante, L’invenzione occasionale, Edizioni e/o
Pietro Greco, La scienza e l’Europa. Il primo Novecento, L’asino d’oro
Telmo Pievani, Una storia naturale, Raffaello Cortina Editore
Claudia Durastanti, La Straniera, La nave di Teseo
Giovanni Dozzini, E Baboucar guidava la fila, Minimum fax
Eugenio Coccia, Stelle, galassie e altri misteri cosmici, Castelvecchi
Annalisa De Simone, Le amiche di Jane, Marsilio
Andrea Camilleri, Conversazioni su Tiresia, Sellerio
Michele Manigrasso, La città adattiva. Il grado zero dell’urban design, Quodlibet

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Elena Ferrante, La vita bugiarda degli adulti

Questo articolo è pubblicato anche su L’Espresso

La vita bugiarda degli adulti è un romanzo di formazione, o Bildungsroman se preferite, nel senso più classico del termine, con due protagonisti assoluti: Giovanna e Napoli.

Giovanna Trada è la novità, Napoli rappresenta l’elemento di continuità nell’opera letteraria della Ferrante, la sua vera musa ispiratrice. Una città che viene proposta con descrizioni che svelano ogni volta una nuova forma urbana.
«Dio, sussurravo, Dio, lo so che è colpa mia, non avrei dovuto pretendere di incontrare Vittoria, non avrei dovuto andare contro la volontà dei miei genitori; ma ormai è accaduto, rimetti tutto in ordine, per favore. Speravo che Dio davvero lo facesse, perché se non l’avesse fatto, tutto sarebbe franato. San Giacomo dei Capri sarebbe ruzzolata sul Vomero e il Vomero sull’intera città e l’intera città sarebbe affogata in mare».

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Annie Ernaux, L’evento

Questo articolo è pubblicato anche su Resto al Sud

Con poche, scelte e misurate parole Annie Ernaux racconta la vita che accade. E quando gli accadimenti della vita sono quelli che racconta ne L’evento ciò che prevale e rimane è un senso di liberazione che non si manifesta mai con parole roboanti, ma proprio con le poche, scelte e misurate parole che ha scelto di utilizzare.
La vita che accade è sempre un frammento di un contesto più ampio che s’incasella e incasellandosi costruisce e restituisce al lettore una visione, una presa di posizione. Una scelta politica.
Per questa ragione la vicenda personale racconta e rende conto, anche, di una vicenda collettiva. Esperienze che pur essendo separate e distinte nella stesura del testo, hanno lo stesso punto di approdo. Ciò è possibile grazie ad un modo di scrivere la storia, le storie, autenticamente personale.

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La città adattiva. Adeguare territori e città al cambiamento in atto

Questo articolo è pubblicato anche su L’Espresso

Le immagini di queste ore di Venezia e Matera dileggiate dall’acqua hanno fatto il giro del mondo. Non sono solamente queste due città ad aver subito danni dalle avverse condizioni climatiche, ce ne sono molte altre in Italia e nel resto del mondo. Oltre a un nuovo Umanesimo, come da più parti invocato, c’è la necessità di un nuovo rinascimento urbano in grado di adattarsi alla mutazione climatica in atto che già ha modificato il corso degli eventi e delle cose.
C’è bisogno di adeguarsi alle nuove esigenze e modificare tutto ciò che può essere modificato per prevenire e limitare i danni. Ne hanno bisogno le città che abbiamo costruito e che abitiamo perché si dimostrano sempre più fragili e impotenti nei confronti degli eventi atmosferici.

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Solo l’amare, solo il conoscere conta…

Questo articolo è puubblicato anche su L’Espresso

Il modo migliore per ricordare Pier Paolo Pasolini è continuare a leggerlo e studiarlo. Un uomo serio, complesso, nello stesso tempo semplice da capire.

«Per quanto mi riguarda, le persone dotate della vitalità di P.P.P. mi hanno sempre messo addosso un misto di ammirazione, disagio, senso di inadeguatezza. Quali che fossero le fiamme che lo bruciavano, Pasolini ardeva, non si fermava mai. Costruiva un’opera immensa con i più disparati mezzi artistici, usando indifferentemente un verso poetico o un grandangolo o un pennellino intinto nella china, facendosi fotografare da altri, rilasciando interviste. E poi, c’era la notte, il momento di voltare le spalle a tutti, a tutta la città, per incamminarsi da solo, vecchio cacciatore incallito, alla ricerca del piacere».

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Abitare la Luna, non dimenticare la Terra

Questo articolo è pubblicato anche su L’Espresso

In occasione della 24ª edizione della manifestazione Appuntamento con la Daunia, organizzata da Peppe Zullo in Orsara di Puglia nei Monti Dauni, dal titolo La Luna, il cibo, l’architetto napoletano Massimo Pica Ciamarra, uno splendido giovanotto di ottantadue anni, ha spiazzato gli astanti con il racconto dell’ultimo progetto di cui si sta occupando: far vivere in condizioni ottimali più di 100 persone sulla Luna con una ricerca che riguarda anche Marte. Nella prima parte del suo intervento Pica Ciamarra, tra le altre cose co-fondatore della Fondazione IDIS-Città della Scienza, aveva parlato della città, delle città, e di come siano cambiate dal 20 luglio 1969, il giorno in cui Neil Armstrong realizzò il sogno di milioni di persone: passeggiare sulla Luna.

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Edoardo Albinati, parole di verità sulla città

Questo articolo è pubblicato anche su L’Espresso

L’ultimo libro di Edoardo Albinati, Cuori fanatici, si apre con Prologo alla città meridionale, un piccolo capolavoro che si può leggere indipendentemente dai dodici capitoli che seguono e che “sono” il libro. La città di cui scrive Albinati è Roma, ma le intuizioni, le descrizioni, i ricordi e i frammenti di realtà contenuti in questo breve saggio introduttivo descrivono e appartengono alla città, anche meridionale, tout court. Una riflessione sul cambiamento. Su come cambia chi abita le città e abitandole le modifica, le rimodella con forme e progetti sempre nuovi che le lasciano però, apparentemente, identiche a se stesse: un rinnovarsi del sempre uguale.

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