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Oscar Farinetti e l’Abruzzo: storia di un amore possibile

Resto al Sud_Farinetti

Questo articolo è pubblicato anche su restoalsud.it

Tra Oscar Farinetti, l’inventore di Eataly, e l’Abruzzo è scoccato l’amore. Galetto fu il convegno “Ben fatto, non contraffatto. Dal Made in Italy all’Italian Sounding, come promuovere e difendere i nostri prodotti nel mondo”, voluto dal Sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini, abruzzese di Roccamontepiano. La tutela dell’italianità nel mondo, un tema grande è di vitale importanza per l’economia e la cultura del “Bel Paese” e che può permettere all’Italia di uscire meglio dal tunnel della crisi.
Ma andiamo con ordine, riavvolgiamo il nastro, e raccontiamo quella che è stata la giornata abruzzese di Oscar Farinetti.
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Cruijff e il calcio totale: la rivoluzione della grande Olanda

Il Centro 1 luglio 2014_02

Questo articolo è pubblicato anche sui quotidiani on line del Gruppo L’Espresso la Repubblica

La data di nascita ufficiale del Calcio Totale è il 1974. È vero però che i prodromi di quella che da tutti è definita la più grande innovazione calcistica dal dopoguerra a oggi, c’erano già tutti nelle quattro vittorie consecutive in Coppa dei Campioni del Feyenoord nel 1970 e dell’Ajax di Johan Cruijff e Johannes Jacobus Neeskens nel 1971, 1972 e 1973.
Le vittorie a ripetizione delle due squadre richiamarono l’attenzione dei club più titolati del Vecchio Continente sui calciatori più rappresentativi, e fu così che le squadre più titolate e ricche saccheggiarono, impoverendolo, il campionato olandese.
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Chi, dopo Prandelli?

Darmian, De Sciglio e Verratti con la maglia della nazionale italiana di calcio

Darmian, De Sciglio e Verratti con la maglia della nazionale italiana di calcio

Questo articolo è pubblicato anche su calciototale.eu

Spifferi provenienti dallo spogliatoio azzurro in Brasile rischiano di far diventare ancor più dolorosa la negativa trasferta mondiale della squadra di Prandelli. Perché se è vero e palese il fallimento tecnico dell’allenatore di Orzinuovi non erano noti i malumori dello spogliatoio. La sensazione è che l’allenatore non fosse più il punto di riferimento del gruppo, anzi che il gruppo, forse, non c’è mai stato. Certamente non era un gruppo coeso e per affermare questo non c’è bisogno di dare credito o meno alle indiscrezioni, basta riascoltare le dichiarazioni post partita di Buffon, De Rossi e dello stesso Prandelli.
Uno spogliatoio che non ha saputo tenere insieme le nuove forze con quelle già presenti, soprattutto che non ha compreso le indecisioni del tecnico. Indecisioni che hanno riguardato le convocazioni, l’assetto tattico della squadra e la scelta degli uomini da schierare.
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Argentina, la terra dei numeri 10

28 giugno 2014_02

Questo articolo è pubblicato anche sui quotidiani on line del Gruppo L’Espresso la Repubblica

Nella Top 11 dei più forti e famosi numeri 10 di tutti i tempi, stilata dalla FIFA, figurano tre argentini, due brasiliani, due francesi, un italiano, un tedesco, un ungherese e un romeno. E se consideriamo che l’antesignano e, per certi versi, il prototipo del numero 10, Omar Sivori, non fa parte di questa classifica, possiamo affermare con assoluta tranquillità che l’Argentina è certamente la terra e la patria dei numeri 10.
Da quando la numerazione per le squadre di calcio è diventata una regola fissa e uguale per tutti, inizialmente tale numerazione andava dall’1 all’11 mentre oggi è libera, la maglia che esercita il fascino maggiore è proprio la numero 10.
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Il calcio brasiliano da Mané Garrincha a Neymar jr

Il Centro_25 giugno 2014_18-19

Questo articolo è pubblicato anche sui quotidiani on line del Gruppo L’Espresso la Repubblica

Il Brasile di Neymar Jr ha giocato e vinto l’ultima partita del girone di qualificazione del mondiale brasiliano a Brasilia, la capitale del Paese. Estadio Nacional, capienza 68.000 spettatori, intitolato a uno dei campioni più amati che abbiano mai giocato con la maglia verde oro: Manoel Francisco dos Santos, conosciuto come Mané Garrincha. Uno dei migliori interpreti del suo ruolo, era un’ala destra, oggi si direbbe esterno alto. E nello stadio intitolato a Mané Garrincha non delude le aspettative e le attese il giovane Neymar da Silva Santos Júnior, conosciuto come Neymar Jr che contro il Camerun gioca la sua cinquantaduesima partita in nazionale, segnando una doppietta e raggiungendo la cifra ragguardevole di 35 gol in maglia verde oro a soli 22 anni. In questo mondiale ha segnato già quattro gol in sole tre partite.
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Piccolo allenatore, piccola Italia

Cesare Prandelli, a testa bassa, dopo la sconfitta contro l'Uruguay

Cesare Prandelli, a testa bassa, dopo la sconfitta contro l’Uruguay

Questo articolo è pubblicato anche su calciototale.eu

L’Italia di Cesare Prandelli è stata eliminata al primo turno dei mondiali brasiliani, così come successe alla squadra di Marcello Lippi nel 2010. Il tecnico di Orzinuovi fu chiamato al capezzale azzurro proprio per porre rimedio alla brutta figura rimediata in Sudafrica. Quell’Italia fu eliminata senza mai vincere una partita. Pareggiò per 1-1 contro il Paraguay e la Nuova Zelanda e perse 3-2 contro la Slovacchia. La nuova Italia di Prandelli ha vinto la partita d’esordio contro l’Inghilterra, eliminata anch’essa con gli azzurri, e ha perso contro Costa Rica e Uruguay.
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La sconfitta di Prandelli

Cesare Prandelli, prima di Italia-Costa Rica, da le ultime indicazioni ai suoi giocatori

Cesare Prandelli, prima di Italia-Costa Rica, da le ultime indicazioni ai suoi giocatori

Questo articolo è pubblicato anche su calciototale.eu

La sconfitta dell’Italia contro Costa Rica è figlia delle scelte sbagliate di Cesare Prandelli. Scelte che riguardano il modulo di gioco e degli uomini che ha mandato in campo, alcuni dei quali anche fuori ruolo. Surclassato tatticamente da Jorge Luis Pinto, allenatore della Costa Rica che nella sua terra chiamano il professore, Prandelli ha dimostrato con i fatti di non essere affidabile, ovvero che non bisogna dare credito alle sue dichiarazioni post gara.
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Gli stadi brasiliani e la loro bellezza lieve e incantevole

Estadio Nacional di Brasilia

Estadio Nacional di Brasilia

Questo articolo è pubblicato anche sui quotidiani on line del Gruppo L’Espresso la Repubblica

A prima vista sembrano tutti uguali con coperture che lasciano passare il sole e la luce. Guardandoli con attenzione si scopre invece che non sono uguali, ma che al contrario ognuno ha una sua identità architettonica.

La prima e più immediata positiva sensazione che provo quando parte il collegamento con la diretta per le partite del mondiale, prim’ancora del fischio d’inizio e dunque prim’ancora delle giocate dei fuoriclasse che popolano questi giorni mondiali, è un senso di serenità, mutuato dal colore e dalla leggerezza degli stadi del mondiale.
A prima vista sembrano tutti uguali, sedute colorate avvolte da strisce continue anche’esse molto colorate, con coperture che lasciano passare il sole e la luce, ma non l’acqua che spesso è caduta copiosa in queste prime partite del mondiale. Guardandoli con attenzione si scopre invece che non sono tutti uguali, ma che al contrario ognuno ha un’identità architettonica propria con un disegno diverso da tutti gli altri. Si lasciano attraversare dalla luce e perciò sono tutti molto luminosi, soprattutto non sono stati disegnati e realizzati per essere i protagonisti assoluti della scena.
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#giornimondiali_Germania 74

Subbuteo-500x266

Questo articolo è pubblicato anche su QuasiRete, il blog di narrazione sportiva di www.gazzetta.it

Quando inizia il mondiale del 1974 in Germania di anni ne ho quasi dodici. Undici e sette mesi per la precisione. I ricordi, da questo momento in poi sono più nitidi, ricordi più articolati. I pomeriggi li trascorro in casa di amici che abitano tutti nella mia palazzina. Gianni e Aurelio, due fratelli entrambi più grandi di me, Mimmo e Amedeo, anche loro fratelli. Mimmo è coetaneo di Aurelio, Amedeo invece è il più piccolo della compagnia.
Quando non giochiamo a pallone siamo, quasi sempre, a casa di Gianni e Aurelio. È il periodo d’oro del Subbuteo. Abbiamo il campo di gioco fissato su un pezzo di compensato, leggermente più grande del rettangolo verde, e lì trascorriamo la maggior parte del nostro tempo. Siamo in cinque e disputiamo due campionati, uno di serie A e uno di serie B.
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Insigne, Immobile e Verratti… è l’ora dei bambini di Zeman

La grande bellezza_I ragazzi di Zeman

Questo articolo è pubblicato anche sui quotidiani on line del Gruppo L’Espresso la Repubblica

Così è cominciata (a Pescara) una grande storia azzurra. Il racconto di questa meravigliosa avventura

Lorenzo Insigne, Ciro Immobile e Marco Verratti, i bambini di Zdenek Zeman, hanno origini e storie diverse e un destino comune che ha preso forma quando hanno incontrato sulla loro strada il maestro di Praga.
Tutto ciò accadde due anni fa, a Pescara, nel campionato di serie B che avrebbe riportato la squadra adriatica in serie A dopo venti anni. Lorenzo Insigne ha da poco compiuto 20 anni, Ciro Immobile di anni ne ha 21 mentre Marco Verratti ne compirà 19 il 5 novembre di quello stesso anno.
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